Il racconto della attesa spezzata
27 luglio 2008-2018
Davide, amore mio, voglio farti sapere che …. mentre cammino, mentre, durante lo scorrere delle ore nelle notti (quasi tutte) in cui i miei occhi non si chiudono, la mia mente non riposa, il mio cuore non trova pace, mentre ascolto, osservo … mentre …. penso a quante cose importanti avremmo potuto fare e non abbiamo fatto, a quante cose importanti avremmo potuto dirci e non ci siamo detti, ogni volta che lo penso, puntualmente, sento una stretta a morso, allo stomaco. Ed allora, Davide, tu capisci bene, che la commedia delle nostre vite che, Qualcuno ha deciso di mettere in scena per “tramarla” insieme, non può interrompersi al primo atto, ogni commedia che si rispetti ha tre o addirittura quattro atti.
… Ma ci sono anche tante altre riflessioni, come ad esempio anche se solo un mio privatissimo pensiero, perché ,forse, non condiviso da te, il pensare che, gli altri atti della commedia tu li debba mettere in scena con me.
Ed allora mi devi almeno concedere di rivolgerti un’ accorata preghiera; se non vuoi venire tu da me, inviami un messaggero, che scegli tu come lo vuoi. Se con le ali, se a cavallo con la pergamena in mano, se piccione con il foglietto nel becco, se camminante banditore con il tamburo, purché egli conduca con sé il tuo comunicarmi che hai semplicemente scelto di essere felice. Perché per te l’unica via era la libertà di pensiero e di azione. Ma che porti con sé anche la notizia che, in questa tua scelta hai portato con te i miei poveri insegnamenti. L’umiltà dell’essere, la comprensione dei tuoi perché e di quelli degli altri. Mai il giudizio a priori, e/o il pregiudizio, mai l’aggressività, mai la volgarità. Mai l’essere come gli altri ti vorrebbero, ma come tu vuoi essere. In ogni vicenda umana cerca di essere mediatore e non aizzatore. L’amare per primo, dare, prima di chiedere, chiedere senza vergogna, quando c’è una ragione per farlo. Avere il coraggio della verità, la responsabilità delle proprie azioni, mai nascondersi dietro gli altri. Quanto è liberatorio poter dire: “si, sono stato io”, “si, è vero, scusa, ho sbagliato”, “si, è vero, hai ragione”. Mai lamentarsi del nulla. Amare sempre ciò che si ha, perché quello è tuo, il resto è degli altri. Rispettare i confini, non essere mai invadenti, maleducati. Testimoniare con l’essere, prima che con il dire, Piangere in silenzio, avere il pudore dei propri sentimenti, non esporre ai quattro venti il tuo dolore, le tue amarezze, le tue delusioni, ovvero avere il rispetto per ciò che provi. Piuttosto sorridi in maniera palese: fa bene a te e a chi ti vede. Sii fantasioso, lasciati andare, non essere rigido ed inflessibile, mai. Ed ancora …. ancora … Ricordi? Ti piaceva tanto quando ti dicevo, (per riassumere): Davide, ovunque tu vai o vada non lasciare mai dietro di te cattivo odore, ma gradevole profumo, mai penetrante od eccessivo, ma delicato profumo, affinché gli altri ti ricordino per quella impercettibile, dolce scia che rimarrà dopo il tuo passaggio.
Ecco! Che il “tuo” messaggero porti con se il dispaccio che tu vivi essendo così, ed aggiungendo a tutto ciò il tuo essere fragile e trasgressivo, il tuo essere affascinante e carismatico. Ma soprattutto, che mi porti la notizia che questa tua scelta ti ha guarito dal male all’anima (non della mente, come era più facile diagnosticare) che ti ha tormentato per decenni ….. Attendo Davide! Attendo! Se non te, il tuo messaggero, lo attendo non domani, ma oggi che è il giorno che segna il 10° anno di assenza. Che con te o senza te, sia foriero di buona novella.
OGGI, voglio ricevere la visita del tuo messaggero, OGGI, perché, perdonami,Davide, ma come diceva un poeta “maledetto”, tra i tuoi amati, morto a 27 anni: età in cui a me è arrivato il fermo immagine della tua esistenza, diceva:
“Se dovessi scegliere tra il tuo amore e la mia vita, sceglierei il tuo amore, perché è la mia vita.”(Jim Morrison).
Voglio che venga a dirmi che tu hai scelto, la strada della felicità, così come affermava un altro uomo particolare, come quelli che piacciono a te.
“Quando sono andato a scuola, mi hanno chiesto cosa volessi diventare da grande.
Ho risposto “felice”. Mi dissero che non avevo capito l’esercizio ed io risposi che loro non avevano capito la vita. “(John Lennon)
ATTENDO, OGGI ! AMORE MIO! …
Ti prego, mostrami la cartolina della tua esistenza.
Perché per continuare a vivere ho bisogno che le mie notti diventino sonno.
Perché la mia vita torni ad essere degna di chiamarsi tale, ho bisogno, di sentire che tu non hai scordato la magia che ci legava.
Perché la nostalgia dell’ascolto della parola “MAMMA” mi sta distruggendo.
Sangue del mio sangue, vita della mia vita … parlarmi ..ORA!!!
Un infinito abbraccio, .. fino a sciogliermi e sentire che ti “stritoli” dentro il mio abbraccio d’amore indissolubile.
Ciao, DAVIDE! A presto.
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Questo il mio messaggio-dedica a Davide nel 10° anno della sua scomparsa.
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A distanza di 9 mesi, da questa data, Davide me lo ha inviato il suo messaggero, ma, ahimè, non mi ha portato la notizia incessantemente agognata, da me bramata come quando il predatore conquista la sua preda, dopo infiniti appostamenti, lotte ed estenuanti fatiche.
Il messaggero di Davide è stato latore di un annuncio, che è il più inascoltabile, il più macabro, il più aberrante, mi ha detto: è finita!
Non ho mai compreso, ascoltando i famigliari di persone scomparse, quando nei centinai di consessi a cui ho partecipato dicevano: che mi dicano dove posso trovare la sua tomba per piangerlo/a e portargli/le un fiore.
No, mai l’ho compreso ed oggi ho la conferma assoluta che non posso comprenderlo. Gli antichi dicevano: “a tutto c’è rimedio, fuorché alla morte”, e la saggezza popolare non erra. Non c’è altro. Morte è la parola che ti immobilizza, il cervello, le membra, l’anima. Non c’è prospettiva, non c’è un dopo, non c’è un domani, né l’attesa che esso si compia, mai più vuol dire, ecco cosa vuol dire: mai più! Mai più rivedrò il suo viso, i suoi occhi il suo sorriso tutto ciò che era e che rappresentava. Non ascolterò mai più la sua voce, il suo chiamare: “mamma?”
E’ la fine!
Ma occorre ancora attendere, per cercare, cercare una nuova verità, un nuovo sapere.
Ed allora, in questa nuova, ancor più terrificante attesa perché è notte sempre, mi sono racconta- tata questa storia.
IL BRUCO E LA FARFALLA – LA METAMORFOSI
Il sogno di Davide
Un piccolo bruco camminava verso una grande montagna. Lungo la strada incontrò una coccinella che gli chiese: “dove vai?” Il bruco rispose: “Ieri ho fatto un sogno nel quale mi trovavo sulla cima di una montagna e da lì potevo veder tutta la valle. Oggi voglio realizzare il mio sogno”. Sorpresa la coccinella gli disse: “devi essere pazzo! Tu sei solo un piccolo bruco. Per te un sassolino sarà una montagna, una pozzanghera sarà un mare ed ogni cespuglio sarà una barriera impossibile da oltrepassare”. Ma il piccolo bruco era già lontano e non la sentì.
Incontrò poi un coniglio: “Dove vai con tanto sforzo?” Il piccolo bruco rispose: “Ieri ho fatto un sogno nel quale mi trovavo sulla cima di una montagna e da lì potevo veder tutta la valle. Oggi voglio realizzare il mio sogno”. Il coniglio si mise a ridere e disse: “Nemmeno io con le mie grandi zampe e con i miei grandi salti affronterei un’impresa così difficile”. E ridendo, rimase ad osservare il piccolo bruco mentre procedeva per la sua strada.
La stessa cosa accadde con la rana, la talpa e il topo.
Tutti gli consigliarono di fermarsi, dicendo: “Non arriverai mai …!”
Ma, il piccolo bruco, determinato e coraggioso, continuò a camminare.
Stremato e senza forze, ad un tratto decise di fermarsi a riposare.
Con un ultimo sforzo si preparò un posto per dormire quella notte. “Così mi sentirò meglio”, disse il piccolo bruco, tra se e se .… Ma morì.
Per giorni gli animali si avvicinarono a vedere i suoi resti.
Lì c’era l’animale più pazzo del mondo, lì c’era l’ultimo rifugio di un piccolo bruco morto per aver voluto inseguire un sogno.
All’improvviso, però, quel piccolo bocciolo grigiastro, si ruppe..
Comparvero due occhioni, due antenne, due bellissime ali dai colori caleidoscopici..
ERA UNA FARFALLA!
Gli animali rimasero senza parole, meravigliati e sorpresi da quella stupenda creatura che in un istante prese il volo e raggiunse la cima della montagna.
Il sogno del bruco che divenne farfalla, si realizzò.
Il SOGNO, per il quale aveva vissuto, per il quale aveva lottato, per il quale era morto, era diventato una inebriante ed autentica REALTA’.
SOGNO
Oh sogno!
Quante volte ti ho cercato
nelle notti tristi e desolate.
Oh sogno!
Quante volte ti ho seguito
mentre vagavi libero nella mia mente
privo di ogni limite
invaghendomi con il tuo caldo tepore
ed illudendomi mostrandoti col tuo
bianco candore.
Fulgido come la neve d’inverno,
radioso come il mare d’estate,
brioso come l’acqua che sgorga da un
torrente in
piena.
Tu sei un piacere effimero,
tuttavia rallegri le mie notti.
poesia di: Davide Barbieri
Il 27 luglio del 2008, Davide ha esteso il suo sogno dalla notte alla vita eterna.
Perché? Cosa è accaduto? Per mano di chi? Certo non gli è accaduto per sua volontà, né accidentalmente.
Il tempo, le indagini, le ricerche ci daranno risposte? Le risposte, la cui attesa, scuotono da mane a sera l’anima e la mente di tormenti?
E’ la preghiera più accorata, la bramosia più cercata,
Ma certo è che io, Laura , per potermi imporre di proseguire il cammino della mia vita vuoi per amore e rispetto del mio sposo Giovanni, che per poter restituire verità e giustizia a Davide, ho trovato la quietezza indispensabile alla quotidianità, convincendomi che qualcuno ha scelto per lui, di donargli pace.
Davide ha vissuto 27 anni di sofferenze sopra le righe, immeritate, ingiustificate per un bambino, prima, per un ragazzo poi.
L’abbandono del padre, l’incidente, il coma, che nessuno ha saputo curare, il calvario dell’inquietudine dell’anima che le procurava la disperazione della mente,
Si Davide, pur senza volerlo, non poteva continuare a portare un fardello così enormemente pesante.
Come poter continuare a rincorrere il piacere illusorio di un sogno notturno.?NO! Era davvero troppo per lui, un essere così speciale! Non poteva sentirsi e restare bruco … doveva spiccare il volo.
Il mondo per lui doveva essere leggiadro e colorato come una farfalla. Non grigio e strisciante, ma voleva e doveva diventare un essere libero.
Lui: figlio del vento, pittore dell’amore universale, architetto del bello, maestro di purezza, compositore di dolci melodie, ingegnere di solidarietà, giardiniere di praterie sconfinate, stilista di eleganza, genio di fantasia.. Lui era … Davide! Si, farfalla, non bruco.
Ma il destino della farfalla è passaggio caduco ed effimero, perché troppo fragile per sopportare la legge della vita fatta di predatori e predati.
Davide sapeva che, oltre l’arcobaleno il cielo è azzurro e lì, i sogni impossibili diventano realtà.
Davide ha spiccato il volo verso la ricchezza del’ascesa, troppo brutta la miseria dello strisciamento.
Le notti della sua mamma, oggi, con certezza orfana (come dice la mia straordinaria amica Caterina) della sua unica, insostituibile creatura, sono ormai del tutto insonni.
Ma la sua mamma pensa anche all’ineguagliabile privilegio concessogli: Le è stato permesso di concepire non un figlio, ma “il figlio”. Lui conosceva la preghiera di mamma: “Signore, Dio mio, una volta, cento volte, mille volte, dammi sempre lo stesso figlio”.
Il mio grazie a Davide, per avermi elargito l’impareggiabile dono di essergli madre, non cesserà mai.
Ogni giorno io lo sento, oggi lo sento in ogni mia cellula, lui accompagna ogni mia giornata, oggi lui è compagno inseparabile di ogni mio respiro. Si, oggi siamo finalmente due in uno. Lo sento enormemente di più che in tutti gli anni della sua assenza senza risposte.
In questi dieci anni che ci hanno separato mi ha insegnato ad essere chi non conoscevo di essere.
Mi ha reso forte come mai avrei potuto supporre, perché nella sua attesa, essere forte era l’unica scelta che mi rimaneva.
Grazie per questo, amore mio e per altre mille cose che mi hai donato con i tuoi 27 anni di vita.
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L’11 luglio 2019 nei boschi di Morrano (Orvieto) che hanno inghiottito Davide, insieme ad una squadra di uomini e donne eccezionali – vigili del fuoco, protezione civile, soccorso alpino, carabinieri, volontari. Verso i quali il mio debito di gratitudine sarà per sempre.
Abbiamo intrapreso una battuta di ricerca percorrendo i luoghi che, sulla base di una ricostruzione, messa insieme a faticosi pezzi, sappiamo che sono stati percorsi da Davide.
Perché? Perché quanto è stato ritrovato in una prima scoperta dal Sig. Giancarlo, anche lui c’era e con grande piacere le ho potuto stringergli la mano e dirgli, tutto il mio grazie di cuore, perché anche se non come volevo, ma mi ha riportato Davide.
Dicevo troppo poco ciò che è stato trovato, per poter capire cosa è accaduto a Davide.
Così, lui, Davide, ormai angelo tra gli Angeli, ha potuto si, questa volta, inviarmi dei messaggeri straordinari, come il giovane Sostituto Procuratore di Terni Dott. Stramaglia, che in concerto con la Prefettura ha disposto questa nuova battuta di ricerca per trovare ancora “altro” Davide”. E, poiché, inaspettatamente, sempre su progetto del nostro nuovo angelo, Davide, ha fatto si che il mio cammino si incrociasse con quello del giovane (anch’esso) tutti coetanei di Davide, o giù di lì, mentre lui scompariva loro studiavano per essere dopo molti anni a servizio della sua causa, dicevo, il mio cammino ha incontrato quello del Dr. Fabrizio Pace, antropologo di Asti che in maniera del tutto volontaria si è fatto 1.400 km. In due giorni, lasciando ogni suo pregresso impegno, per trovare, con il suo occhio esperto “altro” Davide. E così è stato lui ha trovato un altro pezzetto del mio amore. Perché sapete come dice Fabrizio? (ex allievo della Dr.ssa Cattaneo) ogni più piccolo frammento d’osso è la persona, la persona che cerchiamo, di cui vogliamo poter raccontare perché non c’è più.
E’ stata rivelatrice questa battuta di un altro fatto, altrettanto importante. Abbiamo saputo che, il Sig. Giancarlo che ha segnalato ai Carabinieri il ritrovamento del reperto. L’ho ha trovato perché qualcuno lo aveva messo in evidenza sopra di un ramo sul ciglio di un sentiero. Ma da dove lo ha raccolto? Fabrizio ci ha spiegato che sarebbe di fondamentale importanza se questa persona che ha trovato e raccolto questo reperto ci dicesse (anche in anonimato) il punto esatto di dove lo ha trovato. Perché, spiegava il Dr. Pace, che lo stare su un punto preciso e raccogliere questa parte di terreno dove è stato depositato, attraverso lo studio in laboratorio di un team di esperti ci può raccontare molte cose. Sicuramente quanto tempo fa è accaduto e forse anche cosa è successo.
Approfitto di questo mezzo per rinnovare il mio accorato appello a questa persona, affinché comunichi o a la redazione di “Chi l’ha visto?” ( a proposito una volta di più grazie alla sempre splendida Federica Sciarelli, alla bellissima Melania Straffi, al dolcissimo ed in gambissima Paolo Orsaucci) oppure ai Carabinieri di Orvieto o di Terni, o alla Procura, dove ha rinvenuto il reperto, le ricordo che trattasi di persona, anzi, di un giovane di anni 27, con una famiglia che attende verità e giustizia e se lui parlasse ci farebbe un regalo immenso.
Grazie davvero a tutti, tutti..
E non dimenticate mai, quando vedrete una farfalla in volo, di salutarla. Ciao Davide!
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