27 agosto

Agosto 27, 2009

Mi sono svegliata con una voglia matta di essere abbracciata da Davide.

…… Piccolo, grande, amore mio, …….

Ci hai sempre tenuto tanto a fare gli auguri e a festeggiare la tua mamma.

Eri tenerissimo da bimbo, quando ti facevi dare i soldini da nonna e mi andavi a comprare il regalo che, risultava essere sempre di stile raffinato e con finalità utili… sapevi davvero capire ed accontentare i gusti delle donne.

Ricordo, quando a tre-quattro anni ti portavo con me nei negozi per aiutarmi a scegliere un paio di scarpe od un vestito. Chiedevo il tuo parere e lo seguivo, operando la scelta indicata da te. E le commesse mi guardavano stranite, come a compatire una povera scema. Ma tu ci azzecavi sempre e per me era importante visto che io ero sempre indecisa ed insicura ed avevo bisogno di conferme.

Ricordo quando cercavi la complicità di amici grandi per chiedere di aiutarti ad organizzarmi delle bellissime feste, avendo l’abilità di non farmi mai capire nulla di ciò che stava accadendo..

Grazie Davide per tutto questo.

Grazie per essere stato ed essere tu.

Chiudo gli occhi e sento il calore delle tue braccia che mi stringono ed io che mi sollevo in punta di piedi, altrimenti, per un problema di notevole differenza “metrica”, non riuscirei a ricevere nel giusto modo l’abbraccio.

Chiudo gli occhi e vedo il tuo bel sorriso ed i tuoi occhi felici per poter fare una cosa bella per mamma

E sono certa che avremmo ancora tanto tempo da dedicarci in cui tu avrai la possibilità di rendere gioiose le mie giornate, perchè insieme al dono della vita tu sei il bene più prezioso che mi è stato dato.

Grazie.

Grazie anche a tutti coloro che in questi 13 mesi sono stati straordinari sostenitori delle mie speranze, consentendomi di rinnovare ogni giorno il mio amore per la vita che, continuo a ritenere il dono gratuito più assoluto e delizioso, certamente so, attraverso un onesto bilancio, di averlo sgualcito parecchio sto’ dono, ma una cosa posso dire a mio favore che non ho mai smesso di credere, di sperare, di sognare e sopratutto di amare, perchè sono convinta che, come dicono quelli che parlano bene: “la misura di amare è amare senza misura” che, “l’amore è l’unico bene che più ne dai, più si moltiplica.” E se ve lo dice una vecchietta come me (solo vecchia, è vero, saggia per niente) ma ci potete comunque credere.

Grazie. Vi abbraccio forte, tutti, insieme a Davide.

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Perdonatemi….

Luglio 27, 2009

ma ho bisogno di voi, pensando che qualcuno ha la pazienza di ascoltarmi. In pratica, in una giornata come oggi, ho bisogno di parlare e, non posso farlo che atttraverso questo mezzo, per fortuna loro, non ho nessuno per tutt’oggi, di fisicamente vicino da “ammorbare”.

Vi dico in premessa che quello che ho voglia di dire non va letto come il mio sconfessare quanto ho asserito nel precedente articolo, perchè, continuo a pensare con fermezza che la “denuncia” non è cosa per me. Ma ho bisogno di dire il mio pensiero che chi mi conosce ha già avuto modo di sentire, abbiate pazienza, del resto sono vecchietta ed è fisiologico che mi ripeta.

E’ rimasto e purtroppo rimangono totalmente nebulose e misterose le ore che precedono la “fuga” di Davide, il durante, il dopo.

Tutto quanto hanno avuto da spiegare, almeno a me, ritengo che ai Carabinieri siano stati costretti a dare maggiori dettagli, ma essendoci il segreto o la riservatezza, non so bene come  dice dell’indangine in corso , è chiaro che non mi riferiscono nulla.

Questo il loro racconto.

Mi arriva una chiamata intorno alle 14,1o del 27 luglio dello scorso anno.

La voce di un operatrice mi dice: “Signora ,Davide è uscito tra le 11,30 e le 12,00, un operatore (che, dopo vari mesi ho scoperto invece essere una donna, ma io non ho mai saputo come si chiama, nè gli ho mai parlato) lo ha seguito per un pezzo di strada, poi, Davide si è addentrato in un tratto di strada dove non si può seguire con la macchina, e l’operatore/trice è tornato indietro. Tranquilla, (continuava la telefonata), tra poche ore verrà a casa… In ogni caso noi verso le tre andremo alla stazione di Orvieto per vedere se lo becchiamo.”

Dopo tre ore dall’uscita ha voglia di prendere treni….

Inizia un pomeriggio di ansia, mista a rabbia.( Ero arrabbiatissima, d’istinto con Davide e credo che questo fatto mi ha impedito di essere lucida e valutare con oggettività il comportamento di quelle persone. Purtroppo questa “non lucidità” dovuta alla rabbia che, via, via, con il passare dei giorni si andava traducendo in preoccupazione, prima, e poi in paura e poi in dolore, ahimè mi è durata per un bel po’ di tempo). Si susseguono altre telefonate, in cui mi si dice che dopo un paio d’ore dall’allontanamento di Davide hanno fatto la segnalazione ai Carabinieri di Orvieto. Ma senza allarmismo, dicendo, andrà a casa, difatti i Carabinieri, poi verificato, non si sono assolutamente attivati per cercarlo.

In un altra telefonata mi si dice, spiacenti, ma siamo rimasti in stazione sino alle 19,30, ma non lo abbiamo proprio visto. Tranquilla, tra stasera e domani arriva a casa.

L’ indomani parlo con la Responsabile, le chiedo come era vestito, mi dice che non aveva importanza, le chiedo se è uscito scavalcando o il muretto o il cancello, mi dice che non cambia, fa’ lo stesso. Insisto, dicendole che non è uguale, Perchè se ha scavalcato vuol dire che era premeditato, in qualche modo è più “cattiva” la cosa. Così si convince e mi spiega che essendo domenica lasciano il cancello aperto tutta la giornata per la visita dei genitori.

Considerazioni:

1°)Perchè si attende quasi tre ore ad avvertire la famiglia. A priori pensano che sia andato a farsi un giretto di natura agreste, tra le campagne popolate da maialini, galline, caprette, ecc. e poi ritorna, possibilmente per l’ora di pranzo?

Si è vero, Davide che, da sempre mal sopportava le costrizioni, altre volte era uscito dai posti di cura in cui era ospite, ma, per prima cosa, mi telefonava subito per dirmelo, poi, nel giro di poco o tornava lui o lo andavo a prenderlo da qualche parte. Quinidi loro, beati e tranquilli, hanno pensato che sarebbe venuto a casa come sempre . Non è decisamente una leggerezza dare per scontato quanto è accaduto in passato e per statistica di eventi, deve ricapitare?

Anche perchè in quel caso la stazione dista 20 km. è tutta campagna e sentieri e Davide non conosceva per niente la zona.

2°) non è davvero un incuria dire: è entrato nella stradina in cui non si poteva entrare con la macchina, quindi siamo tornati indietro. Mi chiedo hanno gli operatori degambizzati? E’ una regola per essere assunti lì? Se hai l’uso delle gambe, non puoi lavorare qui.

3°) scusate ma vi sembra modo, chiedo, non era da riprendere il ragazzo? Risposta; “non possiamo coercizzare nessuno”.

Il mio intendimento non era di dirvi che dovevate prendervelo in braccio e caricarlo di forza in macchina. Ma piuttosto, io torno a ripetermi una volta di più, sono solo una povera mamma ignorante. Ma, nel mio essere nessuno vengo e mi chiedo, ma i 130,oo euro che era lo scorso anno la retta giornaliera che il Servizio Sanitario versava a fronte del soggiorno di Davide, con esclusione di vestiti, sigarette, tutti i prodotti d’ igiene personale, le uscite varie, la piscina, ecc., ecc. queste cose erano tutte a carico della famiglia, i farmaci a carico dell’Asl, qualsiasi eventuale danno provocato dall’ospite risarcito da un’assicurazione a carico della famiglia, poi certamente ne avevano altre anche loro, non so. Allora nel mio piccolo buon senso dico che 130 euro solo per dar da mangiare e dormire ad una persona, non essendo un hotel a 5 stelle, (pur nulla togliendo alla bellezza della struttura), mi sembrano un po’ troppi sono giustificati invece dal pagare gli stipendi del personale sanitario iper specializzato nella riabilitazione di quella tipologia di ragazzi.

Indi si presume che, lo dico sempre io da semplice mamma, che se il ragazzo esce da lì sta’ esprimendo un disagio che non riesce a manifestare altrimenti che prendendo e andando. Al che se ci sono operatori sanitari specializzati la lucetta minima (proprio da pila elettrica) è capirlo. Quindi invece di dirgli: “Davide torna indietro, ah non vuoi tornare indietro? Bene, ciao, noi ce ne andiamo ” frase questa consentita ad una mamma che vuole “impaurire” il bambino piccolo che fa’ i capricci per tornare a casa dovendo andare via da un posto che gli piace e mamma fa’ finta di andarsene e lasciarlo solo, così lui spaventato si decide ad alzare le tende. Ma di ben altra natura mi sembra fosse quella situazione.

Altra giustificazione che si sono dati : noi gliela abbiamo detto di tornare indietro, lui non ha voluto. Ma è logica un’affermazione del genere? Non essendo Davide uno stupido, ma persona intelligente ed in questo caso sopratutto razionale e coerente, se esce da un posto per andarsene, perchè sta’ dicendo a chiare lettere io qui ci sto’ male, voglio andare altrove, com’è che secondo degli iper specialisti sanitari, dopo 5 minuti, o 15 può arrivare a dire “ah scusate mi sono sbagliato torno indietro. ” Il minimo che si può, ma, sopratutto, si deve fare in questi casi, sempre io lo sto’ dicendo, è mettere in atto una bella alternativa persuasiva. tipo: “Davide, allora è evidente che c’è un problema, sai che fai, vieni, sali in macchina, fidati, ti prometto che non ti riporto dentro per adesso, ce ne andiamo in paese, ci prendiamo un bel caffè e con molta tranquillità cerchiamo di capire qual’è il problema. Se riusciamo a trovare una mediazione ben venga, altrimenti telefoniamo a mamma e vediamo il da farsi.

Addirittura mesi dopo la responsabile ad altre persone che, evito in questa sede di dire chi, ha affermato che Davide ha detto all’operatrice. “io voglio andare a Roma a farmi una canna.” Vogliamo dire che è vero? Benissimo. Peggio che peggio. Tu, sempre operatore specializzato, che presti servizio in una Comunità a doppia diagnosi (il motivo per cui si era scelto di mandare Davide lì, non era stato determinato dal vizietto in cui cadeva delle canne, ringraziando Iddio in tanti anni ha sempre lui, per sua deliberata scelta rifuggito dalla droga pesante , credo ne avesse proprio paura ma, dicevo, si era scelto quel posto, perchè nelle comunità solo terapeutiche ci sono ospiti ragazzi con problemi di ritardi mentali e Davide ogni volta dava la testa contro i muri perchè non riusciva ad avere confronti e si rifiutava di stare in mezzo a persone (poverine con tutto il rispetto e l’amore, lo dico, così), mentre nella doppia diagnosi, così ci era stato spiegato essendoci ragazzi che avevano avuto problemi di droga, ma ormai erano all’ultimo tratto del percorso, erano mentalmente svegli.

In ogni caso loro hanno proprio tutti i mezzi e le armi per gestire questi ragazzi, allora di fronte ad un “tuo” ragazzo ( perchè affidato a piene mani dalla famiglia e dal servizio sanitario territoriale) che ti dice voglio andare a Roma a farmi una canna, TU LO LASCI ANDARE?…… della serie prego accomodati che problema c’è, qui stiamo solo per prenderci in giro tutti fra noi e a voi……

Voi al posto mio non vi sentireste terribilmente perplessi?

Un altro motivo per cui, conoscendolo posso intuire che Davide, istintivamente, quindi molto diverso che una premeditazione, ha visto il cancello aperto ed è uscito, è che noi per regolamento non dovevamo vederci per due mesi , non potevamo sentirci per un mese dal suo ingresso. Quel giorno c’erano i genitori degli altri ragazzi, avrà sentito la nostalgia di me, di casa, Quando era a casa mi telefonava 27 volte al giorno.

Altro motivo al colloquio d’accettazione Davide aveva parlato, oltre che con i responsabili, alcuni operatori, ecc, ma, sopratutto con la dottoressa psichiatra che doveva prenderlo in cura da un punto di vista farmacologico.

Al che Davide incontrandola le aveva detto, io qua ci vengo, ma ad una condicio sine qua non, l’unico farmaco che assumerò sarà l’iniezione di depot ogni 20 gg., ma per bocca, compresse, compressine, gocce, ecc. che mi stordiscono e mi tengono come uno scemo non ne prendo. La risposta della Dottoressa era stata di assoluta ed insindacabile garanzia in tal senso. Ho poi invece saputo che poichè quando è entrato Davide lei era in ferie, hanno continuato a dargli i farmaci per bocca.

Quindi Davide per l’ennesima volta nella sua vita si è sentito tradito o preso in giro, sfiduciando quelle persone, infischiandosene di loro e delle loro proposte, perchè lui estremamente leale, non sopportava che gli si mentisse.

Forse un altro motivo è che i ragazzi ogni giorno uscivano per andare in piscina e dentro per tutto il giorno rimanevano solo i ragazzi che non “stavano bene”. Lui essendo entrato da poco, non ricordo per quanti giorni, non poteva uscire. Certamente anche questo ha inciso negativamente.

Qualcuno, dopo poco tempo, mi ha detto: “Signora, ma lei è sicura che è uscito da là dentro?”

E questo pensiero ogni tanto mi tormenta, ma poi lo scaccio, dicendomi che è impossibile, sarebbe come visionare il più truce dei romanzi gialli.

Ma che è accaduto?

Possibile che in tutta quella strada che ha dovuto fare per poter arrivare alla strada principale, non ha chiesto informazioni a nessuno? Non ha chiesto un bicchiere d’acqua? Visto che oltre tutto faceva molto caldo, dato il periodo?

Possibile che ha incontrato immediatamente qualcuno disposto a portarlo lontano ed a offrirgli ospitalità totale?

Oppure è scivolato, nell’ansia della fuga ,ha battuto e ha perso la memoria?

Escludo con tutte le mie forze che gli sia accaduto qualcosa di irreparabile perchè si sarebbe saputo. E questa certezza mi da’ la forza di andare avanti.

Ma voi avete qualche idea per capire cosa può essere successo che ha stravolto le nostre vite?

C’è qualche sensitiva affidabile che sente che è da qualche parte e sta’ bene?

C’è qualcuno che crede e/o conosce la simbologia dei numeri?

il 27/7 è scomparso Davide, il 27/8 è il mio compleanno, il 27/9 è morta mia mamma.

Tre 27 consecutivi, in mezzo alla scomparsa di mio figlio e alla morte di mia mamma, la ricorrenza della mia nascita.

Perchè’?

Se non lo capite forse è meglio se vi li giocate, hai visto mai che almeno ho il piacere di sapere che qualcuno ha vinto un bel po’ di soldini? Sopratutto con il monte-premi che ci sta’ per ora….

Scherzo.

Scusate lo sfogo.

Vi abbraccio tutti.

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27 luglio 08 – 09 ……

Luglio 26, 2009

Davide, amore mio, un anno senza te…….

Quanto vorrei fosse un anno da “candelina”, come quando hai compiuto il tuo primo anno di vita. Ricordi? Tu no. L’ho hai poi visto dalle foto. Ti ho fatto fare la torta a “paperino”. Oggi è all’ordine del giorno, ma ventisette anni fa era davvero un anteprima. Eri bellissimo, amore mio, con quegli immensi occhioni dolci, felici, ma già un po’ smarriti, come alla ricerca di qualcosa perduto. So e sento che ancora ed anche oggi sei così.

Dove sei ? tormentato figlio mio? Dove si è posato il tuo smarrito sguardo? Ha trovato riparo, rifugio, ha trovato almeno un pezzetto, di ciò che cercava?

Vorrei poter sentire una voce da qualche parte che mi dicesse che posso rispondermi affermativamente a queste domande.

Vorrei che tutti coloro che hanno attraversato il percorso della vita di Davide per quanto concerne il suo “male” sentissero dentro il cuore una punta di spillo che pungesse, non a far male, per carità, ma a sentirla spingere dentro, si. Che bastasse a far si che la sera, ognuno di loro, nel proprio letto, ripensasse al perchè dopo qualche tentativo d’ intervento: alcuni un po’ più lunghi ed articolati , altri più brevi e superficiali, ma tutti terminavo con la stessa frase : (è accaduto per circa 10 anni di tormentato cammino, pensa…. quanti variegati ed innumerevoli incontri di camici bianchi e/o para-sanitari, quale infiìnità di specializzati e/o specializzandi in pschiatria e psicologia), ebbene, dicevo, tutti, indistintamente, gettavano la spugna e dicevano: è un caso (notare “caso”: orribile e sconcertante direi. Chissà, mi sono chiesta, alcune volte, se un figlio loro che, per qualsiasi motivo dovesse avere un problema di salute, lo definirebbero “caso”) liquidavano, prima, o poi, dicendo: “è un caso difficile”. Ebbene, tutti sappiamo che ormai, come in qualsiasi campo, anche nella sanità, quella privata, in particolare che, poi si suddivide in mille sottotitoli: comunità CR, CTR ecc., sono un bussines. Ma, volendo, la cosa non scandalizza più di tanto, perchè è pure giusto che, l’impiego di forze proprie nel lavoro scelto, e sopratutto, nel caso di cliniche, ospedali, comunità, che sostengono il mantenimento di tante altre forze lavorative, di mega strutture per tutto quello che occorre da un punto di vista logistico ed organizzativo, viene giustificato da costi considerevoli. Quindi poco importa che guadignino ed anche più del dovuto. Sarebbe invece, assolutamente necessario che ognuno di loro iniziasse a smettere di considerare i ragazzi che, con infinita speranza e fiducia vengono loro affidati dalle famiglie, dei numeri da turn over. Sarebbe proprio importante se ogni tanto rinfrescassero le loro memorie e ricordassero che a monte della loro scelta professionale, hanno pronunciato il giuramento di Ippocrate. Sarebbe davvero bello se, ogni tanto, guardando dritto negli occhi uno di quei ragazzi, pensassero per un attimo e se fosse mio figlio? Mio fratello? Mio padre? Impiegherei di me stesso esattamente quello che sto’ dando per aiutare lui o farei mille volte di più e di meglio? Io nella mia piccola e stupida ignoranza mi domando: ma se il “caso” non fosse difficile, ma che senso avrebbe tutta la loro scienza? E come un genitore che ha la fortuna di avere un figlio che risponde ad ogni insegnamento e/o valore che riceve, crescendo ogni giorno più buono, più ubbidiente, più studioso, che mai fa’ una cosa sbagliata ecc. Ma che capacità ci vuole a gestire un figlio cosi’? Ma la vera sfida di misurararti con te stesso, ad affrontare le prove a cui la vita ti sottopone è quando ti capita il “caso” difficile. Se tutta l’umanità fosse composta da gente bella, buona, intelligente, sana, volenterosa , onesta, leale, e chi più ne ha più ne metta, ma che senso avrebbe l’esistenza di chi queste persone le deve curare, aiutare, riabilitare, o meglio, come dico io, restituirli alla vita? Perchè, nessuno sa per quale strana stranezza, ad un certo punto la vita decide di rubargli ciò che gli spetterebbe per naturale diritto. Ma dove sono i medici che credono fino in fondo in ciò che fanno? Ma possibile che il senso della loro scelta non deve essere: ottenere risultati. Io nella mia infinita modestia ho fatto per tanti anni volontariato, in particolare la scout, ho visto attraverso il metodo educativo di B.P., condito da tutto il mio ardore ed il mio credo nel trasmeterlo ai bambini, trasformare letteralmente parecchi di loro. Bambini così detti “tremendi” quetarsi, trovare equilibri che gli venivano da stimoli che li interessavano, e, bambini timidi, introversi, a volte addiritura scontrosi, sciogliersi, vivacizzarsi al punto giusto. Ed io ricordo che spesso me li guardavo e dicevo: ecco, questo è il mio stipendio: la loro trasformazione positiva. Non posso credere che io sia la famosa mosca bianca. Evidentemente devo credere che Davide ed io siamo stati per tutta la vita così sfortunati da non incontrare mai la persona giusta che sfisdasse il “caso” difficile. Perchè mai avrei scelto di fare il medico e poi specilazzarmi, impiegare circa 3o anni della mia vita sui libri? L’ho fatto solo per ambizione personale? Per obbligo o meglio convenienza ereditaria? Perchè posso guadagnare di più , essere socialmente più considerato? Ma le sfide, quelle vere, non le conosce nessuno? Ma posssibile che a tutte queste persone (come uso dire io) non gli si smuove mai il sangue? Trasformandosi, invece che inerti spettatori di tante vite scempiate dal male, registi che decidono di fare di un libro apparentemente scarabocchiato, ma dal contenuto altissmo, profondo, e dolcissimo un film che per loro diventerà un cult, perchè hanno dato a quella vita una virata di salvataggio? Ma se in ogni mestiere o professione ci si arrendesse davanti alle difficoltà, che succederebbe? Per esempio, chi di noi non ha preso un areo ed è capitato all’improvviso in mezzo ad una brutta perturbazione? Sarebbe di certo morto, se il pilota lo avesse considerato un “caso difficile” e/o ingestibile e non avesse fatto il dovuto per condurre all’atteraggio nel previsto aeroporto l’areo. E così via potrei fare mille ed un esempio.

In tutti questi anni mi sono sentita dire decine di volte di denunciare tutti quelli che non hanno fatto quello che avevano detto che avrebbero fatto.

Non parliamo poi dell’ultimo caso, ovvero di denunciare penalmente la Comunità da cui è scomparso Davide.

Io invece non l’ho mai fatto e non l’ho fatto nemmeno in questo caso, sono certa, raccogliendo la disapprovazione di molti.

Esattamente come quando per anni mi sono sentita dire che avrei dovuto denunciare il padre per tutto ciò che aveva il sascrosanto dovere di dargli e non gli ha mai dato.

Ed anche in questo caso non l’ho mai fatto.

Chi è stato in disaccordo con questa mia scelta, mi ha anche detto che, così non ero una madre che tutela i diritti e gli interessi di suo figlio.

Certamente sarà vero.

Ma vi spiego perchè non l’ho mai fato. Prima di tutto perchè il donare, sia ciò che dobbiamo materialmente, sia ciò che sentiamo emozionalmente e/o sentimentalmente, quando ci costringono a darlo, praticamente sotto “minaccia” o ricatto, o comunque imposizione legale. ….. perde totalmente di significato, diventando un atto triste, squallido, meschino, ovvero deprivato del valore umano intrinseco che è l’ atto spontaneo di amore dettato da una libera scelta.

Io ho sempre pensato che trascinare mio figlio, anche se non fisicamente, ma come strumento, in tribunale, per fargli dare ciò che gli spettava, sarebbe stato come farlo sentire, non persona nella sua piena dignità, ma, vile merce di baratto.

Che cosa avrebbe dovuto pensare dell’amore e della gratuità che in esso è contenuta?

Si, forse avrebbe goduto di un paio di scarpe o di un vestito in più. Forse sarebbe uscito qualche volta con suo padre. Ma andare a spasso con un padre seccato, magari arrabbiato che gli avrebbe dato? Ho pensato: meglio niente ricordi che cattivi ricordi. Forse è una mia stupida ed arrogante presunzione, ma tant’è….

E così per i sanitari che lo hanno avuto in cura. Intanto penso che sarebbe stato a priori un atto di ingenuità, perchè queste strutture sono più che solide da un punto di vista legale, parate da mille cavilli. Io non avrei avuto la forza, sopratutto economica, per poter gareggiare e sostenere un contenzioso e pensare di vincere. Ed ammesso e non concesso, il senso della vittoria quale sarebbe stato? Mi avrebbe restituito Davide? No. Si è vero, molto probabilmente, la loro incurie e superficialità hanno consentito di far perdere o distruggere una giovane vita. Ma ripeto, che interroghino le loro coscienze.

Io stessa quando guardo Davide nelle foto, sento un bruciore in mezzo al petto, pensando che lui avrebbe voluto tutt’altro di quanto io sono stata capace di dargli.

Ma voglio pensare positivo. A volte, credete, il dolore per la sua assenza che non ha una risposta, mi invade al punto da soffocarmi come andassi in apnea sino a sentirmi svenire. Ma voglio pensare positivo.

Così come quando ho trovato il mio piccolo, immenso unico papà, che si è tolto la vita. Subito ho pensato: “Dio mio, povero papà, perchè non mi hai permesso di amarti apertamente come sentivo di fare? Forse il mio amore liberamente espresso non ti avrebbe ucciso.” Ma subito dopo, si è impressa nella mia mente, e così mi ha seguito per tutti questi anni, la serenità che si era disegnata nei tratti del suo volto, la pace tanto agognata finalmente raggiunta, il sollievo che vi si leggeva, che, ai miei occhi, superavano la smorfia devastatrice della morte violenta.

Allo stesso modo quando penso a Davide lo immagino forte e fiero di sè, perchè c’è l’ha fatta da solo a riprendersi la vita che gli spettava e che se la sta’ mordendo a suo modo.

Davide, amore mio, ricordi la preghiera di mamma che, tanto ti piaceva e ti inorgogliva?

“Mio Signore, Mio Dio, una volta, dieci, cento, mille volte, dammi sempre lo stesso figlio”

E’ rimasta quella, Dada mio, è rimarrà immutata sino al mio ultimo giorno di vita ed oltre.

Con l’occasione ringrazio di nuovo tutti coloro che in quest’anno mi sono stati vicini e mi hanno concretamente aiutata nella sua ricerca. Ringrazio tutti coloro che mi hanno telefonato che mi hanno scritto: tutti meravigliosi ed importanti. Non lo dimenticherò.

Ho chiesto ai Carabinieri di Orvieto che seguono le indagini di coinvolgere nelle ricerche anche l’Iterpool. E loro, molto carinamente e con solerzia, hanno chiesto l’intervento del Magistrato che ha attivato questa richiesta rendendola fattiva.

Ho contattato i Consolati italiani in Olanda ed in Germania ed anche loro si sono attivati. Ho scritto ad una trasmissione Olandese che è la paritetica del nostro “Chi l’ha visto?” che si chiama “Vermist” , anche loro hanno trasmesso la notizia.

Con l’occasione, mando un grazie particolare ad Antonio Cogoni, un nostro connazionale che, da 40 anni risiede ad Amsterdam che, da me contattato, ha subito dato il via alla ricerca, a mezzo dei volantini, delle foto, delle notizie, di e su Davide, coinvolgendo tanti centri che accolgono ragazzi senza fissa dimora e tanti volontari e persone del campo. E’ una persona squisita che oltre all’aiuto concreto, spesso mi scrive parole di incoraggiamento e di speranza.

Ti stringo forte a me, Dada mio, e ti ricordo quello che ti dicevo da piccolissimo e tu spesso, negli anni, lo volevi ripetuto. Ti dicevo: “noi siamo ricchi. siamo ricchi di bello” …..

Davide , 2 anni e mezzo/3 anni:

“Mamma, lo vedi quel bambino? ” E’ proprio “malebucato”.

Vivevamo in Campania, un giorno mi dice:

“Mamma, sai come si dice si scioglie in inglese? “si squaglia”.

“Mamma hai messo il rosmarino nel coniglio? E’ diventato più sexi”…….

“Mio Signore, Mio Dio, una volta, dieci, cento, mille volte, dammi sempre lo stesso figlio”

Ciao. Mamma.

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19 giugno 1980

Giugno 22, 2009

Questo il giorno del concepimento di Davide.
Pur se trascorsi 29 anni ricordo come fose oggi….
Erano del 14,15.
Circostanza?
“Pennichella” post-pasto per superare il topico momento dell’abbiocco.
E’ stato un episodio molto bello, fatto di distensione, di dolcezza, di amore.
Ma, non appena ci siamo ripresi dal “fatto”, l’inconsapevole e/o potenziale papà di Davide, disse: “speriamo di non aver combinato un “pasticcio”. Lui lo diceva seriamente preoccupato, mentre io, se veramente avessimo fatto il “pasticcio”, ne sarei stata felice. …. E pasticcio fu: Davide. Splendido, come il momento che lo ha concepito. Tormentato, come la contraddizione di sentimenti, emozioni e desideri tra mamma e papà.

Davide, mamma ti ha amato da sempre.
Perdonami se non ho saputo amarti nel modo in cui tu avevi bisogno di essere amato.
Ma che dici? Possiamo provare a farlo adesso?
Magari equilbrando lo stato simbiotico che sempre ci ha legato, lasciando spazio a scambiarci il bene di cui sia tu che io abbiamo assoluta necessità di ricevere e dare.
Ma ti prego, offrimi la possibilità di farlo: torna!!!
Tutti preghiamo affinchè la tua mente sia illuminata e ricordi tutti noi. fidandoti che non ti faremo più sentire solo.
Siamo in tanti a volerti bene. Coraggio, ridiventa dei nostri. Ti aspettiamo.

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i sogni della mamma

Maggio 21, 2009

Davide, amore mio, dove sei?

Questa la domanda ricorrente che entra ed esce quotidianamente nella e dalla mia mente.

Al mattino, guardando le sue foto gli do’ il buongiorno, solo alcune volte la buonanotte, perchè la stanchezza prevale ed il pensiero mi si imprigiona nel sonno.

E poi, camminando in macchina, cucinando, stirando, i ricordi salgono sull’altalena della vita. Alcuni mi fanno sorridere l’anima e diventano il “red bull” della mia giornata. Altri l’anima la incupiscono, ma mi danno comunque una ragione importante per continuare. Io non conosco il significato di quel lungo percorso di sofferenza vissuto da Davide e me, però sono convinta che la motivazione che ha trovato giustificazione nell’azione di qualcuno lassù è perchè trattasi di persona (Davide) fuori dell’ordinario. Ciò non di meno già da tempo ho in serbo che quando mi chiamerà a Lui e mi ci troverò di fronte, gli dirò: “destinami dove ritieni giusto io meriti, accetto incondizionatamente il Tuo insandacabile giudizio, ma non mi schiodi di qui se prima non mi speghi: perchè? Il senso della vita di ogni essere umano dovrebbe essere un’oasi di pace, di benessere, di amore, di allegria, con tratti di deserto, di sentieri impervi, di bufera e o maltempo. Perchè la vita di Davide ha avuto il percorso inverso? Migliaia di kilometri di deserto, senza soste, sino all’ustione prodotta dalla calura e dall’arsura, solo allora gli donavi qualche piccola oasi per il giusto refrigerio, ma duravano un attimo, e di nuovo quell’infinito deserto privo di orizzonte ricominciava a stendersi davanti agli occhi della sua vita. Perchè?

Aspettiamo. Non appena lo avrò saputo manderò una mail a tutti voi, perchè so che anche voi siete curiosi.

Ma adesso mi è venuta voglia di raccontarvi i sogni che ho fatto in questo interminabile periodo della scomparsa di Davide. Purtroppo mi è accaduto solo 3 volte (2 ad una mia amica, 1 ad un’altra amica) perchè “io non sogno mai”

Dopo poco tempo ho fatto questo sogno:

una macchina si ferma in sosta davanti al cancello di casa nostra. Io esco fuori. Dentro l’auto ci sono 5 giovani, 4 non li riconosco, sono seduti due sui sedili anteriori, due su quelli posteriori. il quinto è seduto dietro, a terra nello spazio che resta tra i due ragazzi seduti: è Davide. Ha gli occhiali da sole tirati sulla testa ed un’espressione molto seria. Lo vedo, lo chiamo, non mi risponde, non alza nemmeno lo sguardo su di me, non si muove da dove stà, ad un certo punto alza gli occhi, mi guarda come a dire, “no”, almeno per ora., no, non vengo”. La scena sfuma e svanisce così. Il risveglio è stato, come potete immaginare, amaro. Perchè la mia interpretazione è stata che aveva paura di tornare, per dover ricominciare la spirale dei posti chiusi, della sofferenza della terapia farmacologica, ecc.ecc.

Il secondo:

camminavamo a piedi su una strada a doppio senso di marcia. Quindi, Davide veniva frontalmente verso me, dal mio lato sinistro, io in senso inverso. Già ad una buona distanza io lo vedo, man mano ci avviciniamo, e mi rendo conto che lui invece non vede me. L’angoscia mi sale man mano che ci avviciniamo e lui continua a non vedermi, ma quello che più mi fa male è che lui è molto agitato, è ben vestito con un cappotto di velour in lana nero ed una sciarpa bianca, (è stato l’inverno scorso), ma cammina in fretta e con una forte agitazione interiore che si riflette negli occhi che dicono: dov’è la mia casa? dov’è la mia mamma? voglio tornare, ma non la trovo, continuo a camminare e vagare da un tempo infinito, ma non trovo ciò che cerco. E così ci passiamo uno accanto all’altro, ma senza incontrarci, ognuno continua ad andare verso il proprio senso di marcia.

Capirete bene che questa volta ancor di più è stato il doloroso, lasciandomi in uno stato d’angoscia per settimane.

Il terzo:

Finalmente il 29 aprile scorso un sogno che mi ha lasciato il cuore leggiadro.

Sono seduta su una sedia con le braccia appoggiate sul tavolo e la testa posata sulle braccia, a casa mia, in piedi, affianco a me, il mio compagno, con una mano poggiata sulla mia spalla destra. Da una porta finestra, frontale a questo tavolo, entra Davide. Indossa una camicia azzurra, con il collo aperto, un pantalone ecru, morbido, con i tasconi laterali, scarpe da ginnastica leggere, ma belle, un maglionicino di filo azzurro buttato sulla spalla sinistra. Una barbetta incolta di circa tre giorni, come spesso lui usava portare ed io ci scherzavo, dicendogli che era intrigante come Mickey Rourke in un film con kim Basinger di (credo) 25 anni fa. Era molto, molto tranquillo, con uno sguardo serio e fermo, però nel fondo degli occhi c’era dello smarrimento, ma non angosciato, paragonabile a quando chiunque di noi manca per tanto tempo da un posto che gli appartiene, e rientrandovi prima di riappriopriarsi di quell’ambiente, di quell’atmosfera, delle proprie cose, ci impiega un po’ e lì per lì si sente spaesato. Non sorrideva, ma ci guardava dritto negli occhi e stava fermo , però era all’interno della casa, di casa sua. Io non appena l’ho visto ho gridato a squarcia gola per tre volte il suo nome.

Il sogno termina così. Ma questa volta mi è proprio piaciuto. Mi ha lasciato una gradevole sensazione di tranquillità. Un dolce presentimento di rivederlo presto.

Mentre i due della mia amica (Silvia), sono i seguenti:

Lei è in un bar, entra Davide, insieme ad una famiglia, mamma, papà, sorella, un fratello o un amico, chiaccherano gradevolmente tra loro, sorridendo e scherzando. Davide (che la conosce molto bene, non la vede). A lei rimane questa sensazione: lui sta’ bene lì dove sta’, con quelle persone, come se ci stesse da sempre e si appartenessero.

L’altro:

Silvia, telefona sul mio cellulare, e le risponde Davide e lei: ” Davide???? Sei ritornato e la mamma non mi ha detto niente?”

L’ultimo sogno dell’altra mia amica (Gianna) è che Davide entra dal garage di questa villa di Gianna che lui conosce bene perchè c’è statato tante volte, per un periodo addiritura ospite per un bel po’, quindi, dicevo, c’è, un passaggio che fa entrare dal garage alla tavernetta della villa ed affianco la scala interna che porta su casa. Davide è entrato di lì e Gianna lo ha visto e lo ha chiamato.

A parte il piacere di parlare con voi e raccontarvi questi sogni, sarei davvero contenta se ci fosse qualcuno tra voi che si diletta ad interpretare i sogni,oppure. qualcuno che lo fa proprio con e per competenza. Mi piacerebbe tanto che, qualunque fosse l’interpretazione, bella o brutta, mi si dicesse che vogliono dire davvero.

Adesso però, mi scappa un’ altra voglia, quella di abbracciarvi tutti, uno ad uno, per tuto quello che, con una determinazione, una caparbietà, una forza ed una genialità fuori da ogni comune schema, avete fatto e continuate a fare. Vedi Noemi, E chi la schioda? Sempre e conunque meravigliosamente in trincea. E poi Giacomo Oddo, Enrico Bono, Fabrizio di Milano, Alma ed Angela Grammatico, Emma Marino, Alessio Romito, Natalina Orlandi, Gianni Vaudo, Serena Cugini, Paola Soverchia, Gildo Claps, Giancarla Fodale, Ninni Gallina, Giovanni Quartana, Ester Castiglione, Roberto Stella, Alessandro Pucci, Isabella Gizzi, Franco De Chiara e, ancora, ancora, ancora, scusate per chi non ho nominato, ma ringraziando Iddio, siete davvero un’infinità, io sono vecchietta non posso ricordarmi i nomi di tutti coloro che, splendidamente, in tutti questi lunghi mesi, si sono presi, via, via per mano ed hanno formato un cerchio che gira intorno a città e paesi, in lungo e largo per l’Italia, tempestandole di volantini, chiedendo, informandosi, guardando “chi l’ha visto”. Noemi, Fabrizio, Giacomo, Enrico, Alessandro, si sono scambiati mail, telefonate, messaggi su facebook, su sullo stesso facebook, hanno coinvolto qualche migliaia di persone formando gruppi di solidarietà, hanno fatto stampare 6/7 mila volantini, hanno cercato giornalisti, hanno fatto pubblicare loro articoli, Sono andati presso trasmissioni televisive, hanno cercato nei centri sociali, nei gruppi musicali, hanno vissuto per alcuni giorni e notti tra i barboni di Roma e Milano e frequentato i luoghi che loro frequentano e poi ancora hanno contattato gli Angeli della Notte , le Caritas i Centri di prima accoglienza . E poi, che dire di Angela Grammatico che, ha messo in moto tutta la macchina nazionale degli scout, sino a quando ha ottenuto che si scambiassero tra loro tutte le informazioni possibili, divulgassero tra i loro gruppi, con qualunque mezzo, la notizia e distribuissero volantini, se ne sono accollati oltre mille. E poi, la stessa Angela , si è rivolta perfino all capo della polizia di Trapani, per sensibilizzarlo al caso, affinchè smuovesse ulteriormente i mezzi a disposizione delle forze dell’ordine per arrivare a scoprire di più. Ed ancora, ancora, ancora…..Chiudo gli occhi e vedo il girotondo che facevo da bimba con le compagnette, la cui filastrocca diceva: “giro, giro tondo, casca il mondo, casca la terra, tutti giù per terra” Lo modifecherei così, perchè voi così lo avete dedicato a Davide: “giro, giro tondo intorno al mondo, intorno alla terra, afferra Davide che tutti insieme facciam la guerra della felicità” Non mi è venuta benissimo, si accettano proposte migliori.

Grazie a tutti dal profondo del mio cuore, tutti siete stati linfa e balsamo di questo tremendo vissuto, non avrei potuto mai farcela senza di Voi,.

Non arrendiamoci, lancia in resta, sempre. Chiunque avesse altre idee, potesse fare qualunque cosa, Vi prego ditecelo, il cerchio più è grande più dona colore.

A presto. Laura, la mamma di Davide.

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a Emma Marino

Aprile 19, 2009

Anch’io ricordo: una bimba brunetta, intelligentissima, vivacissima, amica ed importante compagna di giochi di Davide. Ricordo papà tuo, come una persona buona e pacata, attacatissimo alla famiglia. Di lui ho un intenso ricordo personale che porterò con me per sempre.
Quando Davide era steso immobile sul lettino di un’anonima e tristissima stanza dell’Ospedale Civico di Palermo, Aldo è venuto a trovarlo. L’ha guardato… il tempo di un attimo… è stato scosso da un forte moto di commozione… non ce l’ha fatta, è uscito di corsa dalla stanza. Non ha sopportato vedere quel tenero e bel bimbo che non esprimeva vita, ma morte.
Ricodo la tua mamma. Io ho vissuto un momento di forte difficoltà, non avevo lavoro. Lei mi ha espresso la sua bella amicizia in gesti di solidarietà concreta, faceva la spesa e veniva a casa a portarcela. Io lo so, Emma, che già di tuo riconosci il valore delle persone meravigliose che hai avuto il privilegio di avere come genitori, ma spero che con queste mie parole, tu possa rafforzare ancor più la tua convinzione. Grazie, adesso, anche a te, perchè attraverso le tue forti, sentite e sensibilissime parole, capisco che sei proprio figllia di cotanti genitori. Grazie, Emma. Tu non puoi immaginare quanto è straordinario, in una situazione terribile, di tenebre, quale mi trovo. Perchè la scomparsa non è nè morte, nè vita, ma il nulla. Dicevo, quanto dà tepore all’anima, sentire le persone che, a distanza di tanti anni, ti dicono: “ho voluto bene a Davide, e ti confermo che ha meritato tutto il nostro affetto e lo meriterebbe, inalterato anche oggi.” Grazie, non puoi capire quanto lui sarebbe felice di saperlo. Sono certa, che se lo vogliamo tutti e tutti insieme, un giorno glielo potremo far sapere. Ti abbraccio con infinita tenerezza e gratitudine e bisogno di sentire il calore di persone belle come voi. Dai un bacio per me ai tuoi. Fatti sentire, quando puoi. Laura

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Novità su Chi l’ha visto…

Febbraio 18, 2009

Ecco il nuovo video della puntata di questa settimana.

Guarda il video sul sito della Rai.

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Poesie parte 4

Febbraio 14, 2009

Riporto alcune poesie scritte da Davide.

Puoi scaricare le poesie in Pdf (parte4), magari per inoltrarle via email ai tuoi amici…

VAI DELFINO

Vai avanti delfino, muoviti negli abissi più profondi

del tuo essere;

scopri parte di te che non conosci;

spazia nei fondi liberi del mare;

vedi cose che non hai mai visto,

ma che vedrai con occhi stupiti e lucenti.

Vai delfino, affronta il mare

Trova in ogni parte di esso un motivo per vivere;

trova in ogni cosa un’emozione nuova e positiva.

Vai delfino, immergiti nella vita,

accumula energia e trasmettila al tuo prossimo

come essenza pura di te stesso.

Vai delfino, trova in ogni giorno un giorno lieto,

un giorno da condividere.

Vai delfino, costruisci la tua vita su fondamenta solide

e personali.

Vai delfino, respira l’aria e fanne vita.

Vai delfino, guarda il cielo, guarda il mare,

guarda la vita che ti sorride e ti dice vivimi.

Vai delfino, fa che le tue radici attingano acqua dalla

fonte più pura.

Vai delfino, se il mare e burrascoso trova approdo

sulla spiaggia e non ti stancare, la bufera finirà.

Vai delfino, trova pace nell’amicizia e nell’amore.

Vai delfino, vai…

 

MATTINA

Mattina d’oro

che sorgi dall’alba gioiosa e gaia

come i fringuelli che rallegrano il ciel sereno

di giorno e non di notte,

perché la notte è buia

ed è la fine triste e cupa di un dì.

 

MARE

Mare, mare,

fulgida massa d’acqua

che ti mostri a noi imponente, inarrestabile.

Tu, nella tua maestosità mostraci nei tuoi immensi

Fondali,

un mondo nuovo, non logorato dalla corruzione,

un mondo in cui anche un piccolo pesce

abbia i suoi diritti,

un mondo dove gli squali da predatori

diventino commensali di tutti.

O mare, mostraci un mondo come io e molta altra gente

desideriamo.

 

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Nuove VideoNews

Febbraio 12, 2009

In questi giorni altre televisioni hanno parlato del caso di Davide. Ecco i link per visualizzare i video…

Servizio su Canale 2

Nuova intervista di Laura su Chi l’ha visto…

Ps: la parte che riguarda Davide inizia dal minuto 34 e secondi 40 circa.

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Poesie parte 3

Febbraio 12, 2009

Riporto alcune poesie scritte da Davide.

Puoi scaricare le poesie in Pdf (parte 3), magari per inoltrarle via email ai tuoi amici…

NASCITA

                    Gli albori di un giorno che non finirà mai.

VECCHIO

 

Oh vecchio incanutito,

quanti viaggi hanno fatto le tue stanche ossa,

quanto errare c’è nei tuoi piedi

logorati da migliaia di passi.

Quanto sapere racchiude la tua mente.

Oh vecchio, se io sapessi anche solo una parte

di quello che tu sai, eviterei molta sofferenza.

Ma il mondo va così.

Quando si è giovani e forti

si è anche inconsapevoli e sprovveduti,

quando si è vecchi invece si è saggi,

ma manca l’impetuosità giovanile.

Ma il mondo va così.

Se non ci fosse un Dio

dovremmo versare tante lacrime

quanto è grande l’universo.

 

 

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