La mamma racconta/Fate sentire la vostra voce!

Gennaio 30, 2009

La storia di Davide: La mamma racconta

Sono la mamma (nubile) di Davide, ventisettenne di intelligenza, sensibilità ed, ahimè fragilità, sopra le righe.
Questa sua natura rafforzata da una serie di episodi negativi, hanno impregnato di sofferenza il percorso di tutta la sua vita.
L’abbandono del padre prima della nascita, il crescere quindi senza nessun riferimento maschile, ma solo con la mamma e la nonna, in una personalità come la sua, non ha certo contribuito a renderlo forte e sicuro.
Un incidente che gli ha procurato un trauma cranico, generante uno stato di coma di 15 gg, all’età di 8 anni
-.A tal proposito, mi è rimasta dolorosamente impressa una sua frase: “mamma prima dell’incidente era tutto bello, dopo è diventato tutto buio” –
Ed ancora, il tradimento nell’amicizia nella età adolescenziale, in cui lui ha sempre profondamente creduto e sempre cercato con lealtà.
Oltre tutto ciò, anche vari fattori ambientali, hanno prodotto una personalità borderline in Davide.
La conseguenza? 10 anni di via crucis tra ospedali, cliniche e comunità di vario genere, con trasferimenti in varie città e regioni d’Italia (7 traslochi in un anno e mezzo) ricominciando ogni volta da zero. Ma con l’incrollabile forza di un unico obiettivo: restituire la “vita” a Davide, quella vera, quella di cui ogni bambino, ragazzo, giovane ha pieno diritto di vivere.
Davide non riusciva ad accettarsi come un malato. Mamma, perché non ho un lavoro, gli amici, la ragazza? Io sto bene. Voglio essere come tutti.
Pertanto, viveva in uno stato di perenne infelicità, perché, diceva lui, si aspettava di trovare un mondo fatto di amore, mentre si è scontrato con un mondo di ipocrisia, indifferenza, egoismo, discriminazione, quindi tutto ciò che invece di accogliere la parola amore ne rappresentava l’aberrazione.
Questo insieme di fattori hanno fatto sì che lui, giorno dopo giorno, per autodifesa, per non essere spettatore crudele del suo fallimento di vita, si costruisse un suo mondo parallelo, in cui poteva ignorare la vera realtà e viverne una tutta sua.
Per “viaggiare” ancora di più faceva uso di spinelli, sempre e solo quelli, ma pur pensando, nell’opinione comune, che sono pressoché innocui, in lui creavano un effetto devastante, portandolo a stadi di delirio maniacale veri e propri, ovvero, amplificano un disturbo di base.
A luglio del 2008, dopo un buon e lungo periodo di cure, eravamo finalmente riusciti a trovare una buona compensazione di equilibri in Davide, che molto sereno e tranquillo, guidato ed indirizzato da me e soprattutto dal servizio sanitario (csm) entrava, su sua scelta consapevole, nella comunità Lahuèn di Orvieto.
La scelta era caduta lì, perché è un centro a doppia diagnosi, ovvero specializzato nella cura e riabilitazione dei disturbi di personalità accompagnati da dipendenze di qualsiasi genere e grado di sostanze. Quindi oltre ad essere particolarmente mirato, c’era il grosso vantaggio che la tipologia degli ospiti era per la maggior parte apparentemente “normale”, dove tutti speravamo che Davide potesse trovare un buon confronto relazionale.
Ma, evidentemente, qualcosa non ha funzionato, deludendo le aspettative di Davide. Così che, il 27 luglio 2008, trovando il cancello aperto che, rimaneva così per tutto il giorno in quanto c’era la visita dei genitori (non la mia, perché per un buon periodo, fa parte della loro metodologia, fanno tagliare tutti i collegamenti con l’esterno, quindi anche con la famiglia, in questo caso con me). Dicevo, Davide esce, intorno alle 11:30 di quella domenica 27 luglio, con indosso solo una maglietta, dei calzoncini, gli infradito, (ipotizzo fosse vestito così, perché la mia domanda: come era vestito Davide? è rimasta senza risposta da parte di chi lo ha visto per l’ultima volta, certo era privo di documenti, soldi, cellulare, che mantengono, sempre per regolamento, rigorosamente, gli operatori del centro.
Quando mi avvertono telefonicamente che Davide si era allontanato, mi dicono che loro hanno provato a seguirlo con la macchina  e che, mentre lo affiancavano, gli dicevano di tornare indietro.
Ma Davide, seguendo una “sua” coerenza, ha detto: “No, voglio andare, voglio tornare a Roma. Evidentemente (dico io) se stava mettendo in atto una fuga, comunicava un disagio, fuggiva da un malessere interiore, sentendo addosso il desiderio dei suoi affetti, della sua casa, della libertà da restrizioni, regolamenti e farmaci (che odiava, perché diceva lui gli stingevano il cervello e gli davano pensieri lenti ed ottundanti).
Davide ha continuato a camminare, sino ad inoltrarsi nella campagna circostante la Comunità.
Campagna isolata ed al contempo irta di pericoli, come burroni e/o crepacci e soprattutto a lui totalmente sconosciuta, in quanto era arrivato 12 giorni prima accompagnato in macchina e da allora mai uscito.
Dopo? …………. IL NULLA!!!……………………………………………………
Ad aggravare ancor di più la già drammatica situazione eravamo in piena estate chi trovare a cui rivolgere una richiesta di aiuto?
Che fare in una situazione che mentre il senso d’angoscia t’assale ogni giorno di più ti rende paralizzato ed impotente? Ti muovi come un’autonoma in una “giungla” sconosciuta.
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Agli inizi di settembre riprende il programma “Chi l’ha visto?”  Mi rivolgo a loro. Trovo da parte delle redattrici, interessamento e disponibilità immediata. Difatti nelle due puntate centrali del mese di settembre il programma trasmette l’appello spot della scomparsa di Davide.
Intanto contatto Gildo Claps dell’Associazione Penelope (per inciso, secondo me , Gildo è un angelo caduto dal cielo per il troppo peso, ma rimasto angelo) perché mi dà subito forti parole di conforto e soprattutto concreti e validi suggerimenti d’azione.
Ed interviene in prima persona presso la Stazione dei Carabinieri dove avevo sporto denuncia di scomparsa, intimando loro di attivarsi immediatamente per una battuta di ricerca.
E difatti il 4 ottobre, viene effettuata una battuta dai Carabinieri di Orvieto, in collaborazione con il Corpo della Forestale ed alcuni volontari della Protezione Civile. Ma non scaturisce alcun esito.
Subito dopo, ricevo la visita di una troupe di operatori e giornalista del programma “Chi l’ha visto?” Raccolgono una mia intervista ed altri dati, ed il 6 ottobre, trasmettono un servizio completo sulla storia di Davide. Ma purtroppo, non seguono novità di rilievo.
Ovvero seguono tante segnalazioni, ma le stesse, accertate, anche partendo ed andando sui luoghi dell’avvistamento indicati, si risolvono in nulla di fatto.
Il 17 gennaio 2009, viene concertata, sempre tramite la mediazione e l’intervento di “Chi l’ha visto?” un’altra battuta di ricerca, molto più articolata e a vasto raggio rispetto alla prima, per tutta la campagna di Orvieto, vengono battuti 50 km. E’ coordinata dai Carabinieri di Orvieto Scalo, con la partecipazione del Corpo della Forestale sia di terra che elicotterista, volontari della Protezione Civile, Speleologi del Soccorso Alpino di Perugia, corredati di GPS e soprattutto coordinati da un comandante che individua attraverso cartine dettagliate della zona i posti mirati dove dividersi per effettuare le ricerche ed accompagnati da un’ unità cinofila.
Tutte persone eccezionali. Ma anche questa volta, “fortunatamente”, in questo caso, non si riscontrano tracce di Davide. Uso la parola “fortunatamente” perché a distanza di circa 6 mesi in quelle campagne avremmo potuto ritrovare solo resti umani.
A seguito di questo evento “Chi l’ha visto?” trasmette, il 19 gennaio un nuovo servizio su Davide, raccontando cosa è accaduto in quel 17 gennaio.
L’indomani, la redazione riceve un e-mail da Isabella, una dolce ragazza che ha conosciuto Davide in una Clinica a Roma nel 2004, frangente in cui nasce tra loro una tenera e solida amicizia fatta di mutuo aiuto. La troupe di “Chi l’ha visto?” si reca a casa di Isabella che rilascia una bellissima intervista raccontando della sensibilità di Davide e del sostegno da lui ricevuto. Così che il 26 gennaio viene trasmessa, mediante un nuovo e bellissimo servizio di “Chi l’ha visto?”, questa intervista, potendo così riparlare della triste storia di Davide. Sempre con l’obiettivo finalizzato a delle segnalazioni concrete e veritiere che, magari Iddio, avessero portato al ritrovamento di Davide. Ma purtroppo pur essendoci state, anche questa volta non ci hanno portato a lui.
Grazie agli autori, ai redattori, alla conduttrice, allo staff, tutto, di “Chi l’ha visto?” per questa loro insostituibile collaborazione, fatta di professionalità e grande carica umana. Però, troppo spesso, ahimè, sostituti delle Istituzioni preposte.
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Dopo quest’ultima trasmissione succede, secondo me, una sorta di miracolo, un gruppo di splendidi ragazzi, (anzi meravigliosamente splendidi) coetanei di Davide che, con lui hanno convissuto dagli otto ai diciotto anni l’esperienza dello scoutismo presso la Parrocchia San Paolo Apostolo di Erice, mi hanno contattato, dicendomi che volevano affiancarmi nella ricerca di Davide.
Uno di loro, Enrico, bravissimo informatico, ha costruito un sito dedicato a Davide. www.cerchiamodavide.org.
Qualche giorno dopo Noemi, parte dalla Sicilia e viene a Roma, per un’unica ragione: cercare Davide.
Arriva munita di un migliaio di volantini belli, colorati, in carta patinata che i ragazzi di cui sopra hanno fatto stampare apposta, riportanti foto e dati di Davide e n.ri di telefono.
Noemi, una mia dolce ex “lupetta” arriva a far arrivare da Milano un ragazzo conosciuto tramite fb, affinché l’accompagni di notte nei posti più “infami” della capitale, frequentati da ogni genere e tipo di genti di strada.
Insieme girano e giriamo tutti i centri di accoglienza possibili ed immaginabile, le stazioni, ogni cosa, ogni dove, fermando centinaia e centinai di passanti.
E poi ancora insieme a Giacomo, altro mio ex “lupetto” , mediante telefono e social e giornali e tv locali si inventano di tutto, lanciano appelli, scrivono, fanno scrivere articoli.
Per mesi e mesi. …
Mi viene difficile saper esprimere la profonda gioia e la tremante emozione che mi hanno donato.
Il pensiero che sono stati tutti, miei “lupetti”, difatti io nello scoutismo io ero la loro Akela, mi ha fatto  sentire la donna più fiera del mondo, pensando che avevo lasciato una traccia di insostituibile umanità, senso di solidarietà e di amore nei loro cuori.
Grazie carissimi ragazzi di essere così unicamente speciali !
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Da quell’inverno del 2009, si sono susseguiti un’infinità di appelli, attraverso tante trasmissioni televisive, innumerevoli articoli di giornali, iniziative associative,
Indagini svolte dal Dott. Monteleone, PM del Tribunale di Orvieto.
Persona profondamente sensibile e attenta che ha cercato di starmi vicino al di là dell’incarico da un punto di vista umano.
Tante segnalazioni, nei posti più svariati d’Italia. Tutte verificate e mai andate a segno.
Tra agosto del 2012 e Febbraio 2013. Hanno improvvisamente preso vita un’infinità di segnalazioni provenienti dalla città di Napoli.
Dove mi sono recata una grande quantità di volte.
Sia da sola che in compagnia di amici volontari, organizzati e capeggiati da Federica: infaticabile ed argutissima ragazza.
Ci sono anche stata per tre giorni consecutivi con una troupe di “Chi l’ha visto?”
E poi ancora, e ancora nel 2014 a Mantova, a Brescia, a Firenze e ancora, ancora ….
Ma purtroppo nulla è valso ad arrivare a quella meta: la più agognata, la più bramata:
rivedere Davide.
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Oggi, vi parlo, con tutta la forza di una madre che non può rassegnarsi all’idea di aver dato la vita e cresciuto un figlio per ventisette anni, tra l’altro, rafforzato dal mio essere sola e dalla fragilità di Davide, dalla sua unicità: è l’unica persona al mondo che può chiamarmi mamma.
Oggi, vi parlo con tutta l’ angoscia che mi scaturisce da un macigno costruito sui miei sensi di colpa nei confronti di Davide.
Oggi, vi parlo, con la considerazione oggettiva che Davide è fuggito indotto dalla sua infelicità, ma con l’intento di tornare a casa, (come aveva già fatto altre volte). Ma che qualcosa o qualcuno glielo ha impedito durante il tragitto.
Oggi, vi parlo, con la conoscenza che Davide non è un ragazzo che sa vivere la strada, perché da sempre abituato ad essere protetto e a vivere con i comfort delle comodità, per quanto assolutamente modeste perché derivate solo dalle mie forze, ma comunque pur sempre comodità, a cui lui teneva.
Oggi, vi parlo, con la coscienza di sapere che Davide era sotto stretto controllo medico e seguiva una terapia di psicofarmaci che, data la loro tipologia, se interrotta bruscamente può generare nel soggetto interessato dei gravi scompensi. Difatti tra i miei pensieri più angoscianti c’è: si sentito male? L’hanno abbandonato da qualche parte? Ha perso la lucidità, la memoria?
Vorrei potervi saper dire cosa significa svegliarsi ogni mattina con il cuore stretto in una morsa, l’angoscia che sembra voglia toglierti il respiro.
E come un mantra dirsi. Avrà mangiato? Avrà dormito? Avrò freddo? E’ infelice e perso, senza identità. E’ un reietto della società?
Non mi resta che chiedervi, con grande umiltà e profonda disperazione, aiutatemi a trovare Davide.
Sono certa che se ci siete anche voi e siete in tanti il Vostro “flusso” di affetto e solidarietà raggiungerà Davide, sentirà tutto il vostro calore che lo riscalderà e lo illuminerà al punto di riuscire a ritrovare la strada di casa.
Solo se ci siete anche voi, accanto a me, aprendo insieme gli occhi e spalancando le porte de nostri cuori, riuscirò finalmente a dare risposta alla mia domanda ricorrente e martellante che si è installata nella mia testa e nel mio cuore, “dove è Davide?”
Grazie infinite. Vi abbraccio uno ad uno. Laura.

Fate sentire la vostra voce!

A seguito di ciò pensavo che non c’è bisogno che scriviate sul sito solo nel caso (magari!!!) doveste avete notizie di Davide dal giorno della sua scomparsa ad oggi, ma andrebbe benissimo se avete voglia di scrivere qualcosa che ricordate di aver vissuto con Davide, se ricordate di lui qualche caratteristica particolare o altro, il tutto sempre indirizzandolo anche a Chi l’ha Visto, perché a loro potrebbe essere utile sia ai fini delle indagini di ricerca, sia per eventualmente riparlarne in trasmissione.

Cliccate qui per inserire un commento (dovete registrarvi).

Grazie, a tutti di cuore. Il Signore ve ne renderà merito.

Ciao. Laura.

5 Responses to “La mamma racconta/Fate sentire la vostra voce!”

  1. Ciao Laura sono Claudio Todaro, solo oggi ho saputo questa drammatica notizia, e credimi mi ha lasciato senza parole, ma non capisco come non l’ho saputo prime eppure sto molto tempo a villa mokarta e vado spesso in chiesa e ultimamente mi sono incontrato con Padre Gatto tramite la mia ragazza che lavora come assistente sociale nel quartiere del bronx, cmq non so davvevro cosa dire, ho molti ricordi di davide è unragazzo affettuoso, capace di far ridere e portare armonia, ma molto sensibile, intrapendente, e un pò spirito libero una ne pensava e cento ne faceva.
    Ricordo quando da piccoli venivo a casa vostra a giocare le escursioni con la bici le nostre capanne, per non parlare dello scautismo, indimenticabile, quando si organizzavano le scenette o i balli c’èra da tenersi i fianchi.
    Cmq ti auguro che questo possa essere solo un brutto incubo e risvegliarsi subito, se posso essere utile a qualcosa non esitare a contattarmi o a chiamare il mio numero è …, cioa saluti dalla mia famiglia anche da Vito

  2. Ciao Laura, sono Daria Poma…soltanto oggi ho appreso questa terribile notizia…spero che questa brutta storia si risolva il più presto possibile! ci stiamo mobilitando…tutto il vecchio gruppo Trapani 1 sta spargendo la voce…vedrai che riusciremo a trovarlo!
    Ti sono vicina col cuore e vi ricordo nelle mie preghiere. Con tanto affetto, Daria.

  3. Ciao Laura,
    solo ieri sono venuta a conoscenza dell’accaduto….e non riesco a farmene una ragione….mille pensieri, mille ricordi mi inondano la mente…e l unico modo x dargli un significato, sento che è condividerli con tutti coloro che lo conoscono. Così ho deciso di raccontare la mia storia,quel lato di Davide tutto mio….
    Ricordo ancora la prima volta che l’ho visto…ero appena entrata a fare parte del gruppo scout dei lupetti,ancora spaesata e timorosa,quando d’improvviso un bambino dispettoso mi alzò la gonnellina…mamma mia che imbarazzo!!! mi disserò:”lui è il figlio del capo”. Lo guardai, lui rideva….bè quel sorriso quel giorno entrò nel cuore di quella bimba di 10 anni e restò lì, immutato nel tempo.
    Col passare degli anni, un pò più grandicelli, abbiamo cominciato a frequentarci anche fuori dal gruppo;un film, una passeggiata, un giro trasgressivo sullo scooter….Lui era la mia piccola “trasgressione”,il colore nelle mie giornate…il mio complice di lunghe notti passate al telefono,quando tutti a casa dormivano e nessuno ci poteva sgridare,noi eravamo lì a parlucchiare..
    Ma purtroppo il tempo continuava a passare, e qualcosa in Davide andava cambiando….lasciò Trapani dicendomi che sarebbe tornato presto,ma invece non fu così…passarono quattro anni prima ke riuscì a vederlo dinuovo.
    Ma in questi 10 anni passati lontani da Trapani, Davide mi ha sempre chiamata,non ha mai dimenticato il mio numero di casa…io non sapevo come rintracciarlo,a periodi mi dava un numero, a periodi niente,ma infondo non era importante, perchè io sapevo che quando lui ne avesse avuto voglia mi avrebbe contattata…poteva passare un giorno o qualche mese, la sua kiamata è sempre arrivata. E stavamo lì a parlare,tra discorsi astratti ed irreali infondo eravamo ancora noi, quei due adolescenti a confidarsi segreti e a trasmettersi emozione nel cuore della notte,nella dolcezza dell’ ingenuità e con il bisogno soltanto che qualkuno ci ascoltasse…
    beh, Davide, io sono qua che aspetto ancora la tua chiamata e sono sicura che arriverà…prima o poi arriverà, come sempre.

  4. ciao laura, sono emma marino la figlia di aldo. la prima volta che ho ricevuto la notizia è stato 1 mese fa. vedendo le foto di davide da bambino sono rimasta ammutolita. ho rivisto i mille pomeriggi che io e davide abbiamo passato insieme da bambini, i miei i suoi compleanni, il lego e il coma. ricordo le parole di mio padre “davide sta male” e ricordo la gioia di averlo potuto riabbracciare. davide era un bambino intelligente , pieno di vita, creativo e immensamente affettuoso con tutti. in questo momento forse mi mancano le parole per descrivere lo sgomento che proviamo io e la mia famiglia e la rabbia verso che le cose non sono andate per il verso giusto, verso le persone che lo hanno abbandonato, verso le istituzioni. ti auguro davvero che tutta questa storia possa avere un happy ending come nei film perchè lo meriteresti e sopratutto lo meritebbe una persona meravilgiosa come davide. a te va il nostro pensiero.

  5. Buongiorno alla mamma di Davide. Mi chiamo Anna Lisa Placenza ed ero una compagna di classe di Davide alla scuola elementere Umberto di Savoia di Trapani (Maestra Masnata). Nello scrivere queste righe mi trema la mano, perchè quella di Davide è una storia che mi tocca il cuore.Ricordo Davide come un bambino buonissimo e molto intelligente, a mio parere era il più bravo della classe, era generoso e simpatico, divertente e brillante! Quando la maestra ci diede la notizia del suo incidente mi sentii gelare il cuore, ero piccola e ingenua, pensai che sarebbe presto tornato! Ma non fu così, dopo giorni gli telefonai a casa e lì capii che niente era più come prima. Lui non tornò e non ci sentimmo più. Oggi rimpiango di non averlo più chiamato ma purtroppo è andata così. Mi sento il cuore a pezzi ad apprendere la notizia della sua scomparsa, spero tanto che mentre sto scrivendo queste righe possa arrivare una bella notizia! Mi sento di esprimere alla signora Laura la mia vicinanza, anche se è poco, spero che lei riesca a sentire la mia voglia di esprimerle tutto il mio affetto. Mi dispiace immensamente però ho fiducia che il Signore possa con il suo amore proteggere Davide e fare in modo che tutto si risolva per il verso giusto!Con profondo amore per lei e per Davide la saluto mandandole un abbraccio sincero. Anna Lisa Placenza.

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