Auguri di Buona Pasqua
da Caterina & Laura
Presidente e Vice dell’Associazione Cercando Fabrizio E…
Presidente e Vice dell’Associazione Cercando Fabrizio E…
Davide e la mamma il giorno della sua 1° comunione Davide e la mamma nei suoi 24 anni
Mamma e figlio scout
Quando apro gli occhi al mattino, per un secondo mi sembra tutto bello. Un attimo dopo ricevo il quotidiano pugno nello stomaco che in automatico me lo fa stringere: “Davide non c’è!” Per riuscire ad iniziare la mia giornata posso aggrapparmi ad un unico pensiero: “non l’ho perso per sempre.” Dai, mi dico, oggi può essere il giorno buono per incrociare i suoi occhi!”
Questa mattina non ho sentito il pugno nello stomaco, ma dopo il primo secondo, ho sorriso, ho gioito, Perché? Perchè il 21 marzo di 35 anni fa, il buon Dio mi ha donato l’irripetibile: la magia della sua nascita.
Quindi oggi mi sento caricata di una speranza nuova, penso: “Davide oggi ti faccio gli auguri abbracciandoti”
Mi raccomando Davide, mio insuperabile, incommisurabile, impareggiabile, amore, ti aspetto entro la mezzanotte …… A dopo. La tua mamma.
…… …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
C’era una stella che danzava e sotto quella sei nato TU.
I tuoi compleanni sono piume sulle ampie ali del tempo.
Ogni anno è come un libro con 365 pagine vuote. Fa di ogni giorno il tuo capolavoro, usa tutti i colori della vita e mentre vivi sorridi.
Accadono cose che restano domande, passa un minuto … oppure anni, e poi la vita risponde.
Buon Compleanno Davide! In attesa di farteli a voce
Quest’oggi la mia pagina fb è debordante di post dedicati ai papà – vivi o morti -, ma tutti, tutti, indistintamente straordinari e indimenticabili. Inevitabile gioire per questi figli/e-e per gli altrettanti papà.
Ma in questo giorno sarebbe altrettanto giusto ricordante l’enorme quantità di padri diventati tali, o loro malgrado, o perché, pur consapevoli, sono rimasti eterni Peter Pan e che, per inevitabile e mostruosa conseguenza, abbandonano, ignorano, cancellano, violentano, traumatizzano, condizionano in maniera devastante la vita di eserciti di donne e dei loro figli, negandogli anche una parola, uno sguardo, un sorriso, una telefonata, un messaggio, un “sono qui”… Perché? Bo’!?! Per codardia, forse, mascherandosi dietro improbabili giustificazioni che non fanno altro che rendere ancor più penosa la condizione di quei figli e delle madri di quei figli. Personalmente non ho mai agito in nessun modo e maniera contro un padre che fa parte della schiera su elencata e che ha generato mio figlio, ritenendo che accusandolo, attaccandolo, perseguitandolo, vantando i nostri diritti, come, chissà, era giusto che fosse, non facevo altro che distruggere ancor più quel niente che restava nella mente e nel cuore di mio figlio verso quel padre così infinitamente snaturato. Certo è che in un modo o nell’altro ha contribuito dell’80% alla condanna di mio figlio di cui tanti di voi, che ci conoscono, ne sanno la drammatica storia.
Meditate padri, meditate! Prima di diventarci durante e dopo.
Ma in questo giorno sarebbe altrettanto giusto ricordare quell’esercito di padri, maltrattati dalle proprie ex compagne e/o madri dei loro figli, ai quali per ripicche, e/o rivendicazioni personali, usano i figli per negare loro tutto ciò che un padre, seppur lontano, desidererebbe dare.
Siamo troppo intelligenti per fare nostra l’incapacità di discernere i torti subiti come donna, dai diritti che neghiamo ai nostri figli verso i loro padri.
Meditate madri, meditate! Prima, durante, dopo.
Ma in questo giorno sarebbe giusto ricordare l’infinito numero di padri abbandonati, ignorati, cancellati, stuprati nell’anima, dai loro figli.
Ne conoscono uno che sta vicino, vicino a me e v’assicuro che il dolore silente che sparge intorno a sè è per me lama di coltello tagliente e arroventata che smembra le viscere del cuore …. Perché lo fate? Prima di giudicare, sentenziare, condannare, abbiate l’umiltà e l’intelligenza di ascoltare e fare un minimo di sana autocritica.
Meditate figli, meditate! Durante e dopo.
In ogni caso, auguri ai Papà, sempre e comunque perché i 7 miliardi che popoliamo questo nostro pianeta siamo l’espressione di 7 miliardi di “semini” chiamati padri.
Grazie ai miei di papà … loro sanno ….
All’ illustrissimo Sig. Presidente della Repubblica Italiana On.le Prof. Sergio Mattarella
Egr. Sig. Presidente,
non sappiamo se questa nostra lettera-appello conoscerà mai “l’onore” di essere letta da Lei, tanto meno se riceverà una risposta. Consapevoli dell’infinito numero di missive che ogni giorno vengono recapitate alla Sua attenzione.
Ma poiché siamo persone avvezze a credere all’impossibile e a volte, sperare che i miracoli possano ancora accadere, eccoci qua che, con grande rispetto e tanta fiducia, ci rivolgiamo a Lei.
Siamo un gruppo di famiglie unite nella condivisione di un dolore dall’unico colore: il rosso a simboleggiare l’amore, la fede, il sangue, il cuore.
Perché? Nel calendario delle nostre vite c’è una croce evidenziata in rosso: è la data della sparizione di un nostro congiunto: figlio/a, madre/padre, sorella/fratello.
Ognuno di loro rappresenta il popolo sommerso dei cosiddetti “scomparsi” che, un giorno qualunque, per un motivo qualunque, nella maggioranza dei casi senza alcun motivo, almeno apparente o noto, sono usciti da un luogo definito: casa, comunità, ufficio, scuola o passeggiando in strada e lì, in quel luogo da cui sono usciti i loro famigliari hanno iniziato l’angosciante interminabile attesa del loro ritorno, vedendo trascorrere inesorabili i giorni, i mesi, gli anni.
Secondo la stima dell’Ufficio delle Persone scomparse del Ministero dell’Interno, si conta la scomparsa di circa 30.000 persone dal 1974 ad oggi. Fenomeno in continuo incremento.
Si può esemplificare come la scomparsa di un intera cittadina: una tragica rivisitazione di una Pompei dei nostri giorni.
Difatti i nostri scomparsi rimangono seppelliti da un’eruzione gigantesca che li inghiotte, ma che invece di Vesuvio si chiama “il nulla”, loro restano nel limbo di una vita sospesa, noi che, li attendiamo, nella pietrificazione perenne di quell’ ultimo saluto, di quell’ultimo sorriso, di quell’ultimo sguardo ….. dove sono? Bambini, adolescenti, giovani, adulti, anziani? Tutti con un’identità riconosciuta e conosciuta, tutti appartenenti ad una famiglia.
Chi si occupa di loro e di noi? Se si ascoltano gli “addetti ai lavori” si sente dire che ogni Prefettura (o quasi) ha stilato un protocollo d’intesa, scaturito da un tavolo tecnico che, vede l’immediato intervento di una “task force” (forze dell’ordine, protezione civile, soccorso alpino, cani molecolari, ecc,) che viene impegnata nelle ricerche dello scomparso
Si è vero, qualcosa rispetto al passato, è progredito, ma la strada per arrivare ad una ricerca efficace e soprattutto immediata è ancora lunga ed in salita.
Ma soprattutto, quello che fa sanguinare i nostri cuori, è che esistono scomparsi di serie A e di serie B. Ovvero le ricerche che vengono eseguite con ogni forza e mezzo, sono quelle dedicate ai casi che, non sappiamo, per quali strane coincidenze, diventano un caso mediatico, quindi di pubblico dominio, su cui si accendono voci e riflettori da ogni platea televisiva e giornalistica, ragion per cui occorre dimostrare tutta l’efficienza possibile.
Ma a fronte di queste alcune decine di “privilegiati” ne restano migliaia prive di volto, di nome e reali riscontri di ricerca.
Altro tristissimo fenomeno che desideriamo portare alla Sua attenzione sono i circa 1.300 cadaveri non identificati che giacciono negli obitori della Medicina Legale di tanti Ospedali italiani.
Perché? Non si può eseguire il DNA sul congiunto più prossimo di uno scomparso così che quando giunge un cadavere senza identità in un obitorio possa operarsi la comparazione.
Chissà in quante centinaia di casi, se così fosse, il corpo potrebbe venire restituito alla famiglia in dolorosissima e trepidante attesa del ritorno del proprio caro il quale magari, da 7/10, anni giace in uno squallidissimo anonimato in un altrettanto squallidissimo ed anonimo obitorio. Mentre potrebbe ricevere una degna sepoltura e dare un altro colore al dolore di chi attende.
Riteniamo che tutto ciò sia anti-cristiano, anti-etico, diremo al limite del disumano.
Perché? L’effettuazione del DNA comporta costi troppo alti per lo Stato.
Poi, riallacciandoci a quanto sopra detto, diventa di pubblico dominio un caso come quello della povera Yara Gambirasio e poiché per far bella figura con l’opinione pubblica, bisogna assicurare la consegna dell’assassino alla giustizia (giustissimo, per carità) si eseguono migliaia e migliaia di DNA … chi paga? La domanda sorge spontanea.
Ecco, caro Presidente, il nostro appello:
· che gli scomparsi siano trattati tutti alla stessa stregua, ovvero finché non si è giunti alla risoluzione di una caso con il ritrovamento del soggetto vivo o morto, non vengano archiviati i fascicoli e si continui ad indagare;
· che dopo la presentazione di una denuncia di scomparsa di una persona da parte dei famigliari alle forze dell’ordine, trascorso un arco di tempo ragionevole, per esempio, sei mesi, si effettui il DNA su un famigliare, per un eventuale comparazione con chi viene ritrovato o portato in obitorio;
· istituire una giornata nazionale dedicata agli scomparsi con la partecipazione delle loro famiglie per non dimenticare questo fenomeno che si può certamente definire una piaga sociale, un fenomeno aberrante che non trova risposte a confortare l’immane dolore di chi resta ad attendere nell’ergastolo del limbo.
Per il dovuto riguardo che merita la Sua persona, non abbiamo scritto e firmato in rosso
le parole che Le abbiamo rivolto, ma non ci occorre alcuno sforzo, né fare riscorso alla retorica, per avere contezza che anche il suo cuore riporta una ferita sanguinante di colore rosso, mai rimarginata …. L’abbandono ingiusto, ingiustificato ed ingiustificabile di una persona carissima alla sua vita che un infame destino Le ha strappato via.
Caro Presidente, uniti con Lei da un rosso di un unico dolore, confidiamo vivamente in una Sua, per noi preziosissima, considerazione di quanto richiestoLe,
Le auguriamo, con affetto. un proseguimento proficuo e sereno del suo arduo, ma onorevolissimo mandato.
Permetta, con umiltà e ossequio, di abbracciarLa.
I familiari:
Laura mamma/papà di Davide Barbieri,, scomparso Comunità Lahuèn di Orvieto il 27/07/2008. Laura ha affidato il figlio a una comunità di recupero, che, invece di prendersi cura di lui, hanno lasciato che uscisse dal cancello e fosse inghiottito dal nulla. “Signora,tranquilla, sicuramente suo figlio sta cercando di tornare a casa”. Ma sono oltre 5 anni che Davide non dorme nella sua stanza, nel suo letto. Contatti: www.cerchiamodavide.org
Ezio e Caterina, genitori di Fabrizio Catalano, scomparso il 21/07/2005 ad Assisi, dove frequentava un corso universitario di musicoterapia. Profondamente religioso e impegnato nel volontariato abbandona tutti i suoi effetti personali. La sua sacca e la sua chitarra sono stati rinvenuti, in luoghi e tempi diversi, sul sentiero francescano della pace Assisi-Gubbio. L’ultima telefonata fatta ad un cara amica, il giorno prima della sua sparizione, diceva di aver trovato una cosa meravigliosa, la strada verso il buon Signore. Dov’è Fabrizio? Contatti: www.fabriziocatalano.it
Luisa Rolla , mamma di Michele Rodriguez Larreta, scomparso il 18/6/2011 dalla Sicilia; Michele viveva in Spagna, ma trascorreva molto tempo a Bergamo con la mamma . Era partito per le vacanze in Sicilia. Scompare da Palermo ma l’auto che aveva noleggiato viene ritrovata a Pisa. Michele è un fascicolo rimpallato da procura in procura: chi deve cercarlo? Mamma Luisa è una donna sola, che sola ha fatto della ricerca di chiarezza in questa vicenda lo scopo della sua vita; ma è dura far valere i propri diritti quando anche solo per un pezzo di carta che ti dice quali telefonate abbia fatto o ricevuto tuo figlio, passano mesi, e quando tutte le porte, davanti ad una donna sola, rimangono chiuse.
I genitori di Sonia Marra, pugliese scomparsa da Perugia il 16/11/2006 dove frequentava un corso universitario e lavorava saltuariamente alla scuola di teologia. Il suo corpo non è stato trovato. I suoi genitori non hanno pace. Un processo in corso per omicidio, occultamento di cadavere e soppressione di prove.
Angelo e Camilla, genitori di Tiziano Allegretti, scomparso nel 2005 da Roma, ora nonni di una bellissima nipotina che Tiziano non conosce ancora
Carmela e figli di Giuseppe Bruno, scomparso il 27/5/2004 da Villarosa (EN) Carmela è siciliana e ha dovuto spiegare ai quattro figli, la cui più piccola di soli quattro anni, che il padre, l’autotrasportatore Giuseppe Bruno, era scomparso nel nulla. E oggi oltre a lottare per la giustizia deve anche fare i conti con la burocrazia che riapre ferite mai rimarginate.
Anna e Franco genitori di Stefano Borri, scomparso da Roma il 22/02/2006. All’interno della sua macchina un biglietto “Scusate, sono stufo di andare avanti così”.Gli inquirenti ipotizzano il suicidio e non lo cercano, ma il suo corpo dov’è?
Mario Allegretti, scomparso il 13/8/2012 da Potenza, mamma Rosetta, ormai anziana vive nel tormento e nella preghiera Mario ha salutato la sua mamma contento di andare a riposare un po’ dopo un anno di lavoro, le sue tracce si sono perse a Courmayeur, è proprio nel parcheggio della funivia che è stata ritrovata la sua macchina con all’interno tutti i suoi effetti personali, Mario aveva fatto un lungo viaggio da solo alla ricerca della tranquillità e della serenità. Gli ultimi messaggi ad alcuni amici in cui descriveva felice la bellezza dei posti che stava visitando poi,dal 18 agosto anche il suo cellulare ha taciuto…chissà quante cose avrebbe ancora voluto raccontarci! Contatti : 0971/53822.
Immacolata Guzzo , mamma di Giuseppe Loria, scomparso il 3/9/2005 da San Giovanni in Fiore (CS). Immacolata, abbandonata prima dal marito, poi dalle istituzioni e dai suoi conterranei perché Giuseppe in passato aveva frequentato un brutto giro e aveva fatto uso di droga … allora forse non è utile impiegare risorse per cercare uno come lui! Voci parlano di “lupara bianca”. Immacolata chiede pietà “chi sa parli”.
Franco e Laura, genitori di Marcello Volpe, scomparso da Palermo il 12/7/2011 giorno precedente il suo ventesimo compleanno, continuano a cercarlo e a sperare insieme al figlio Riccardo di 24 anni, legatissimo al fratello, che dorme nella stanza dove c’è ancora il lettino vuoto di Marcello.Avevano preparato tutti insieme con gioia quella festa di compleanno alla quale Marcello non ha partecipato, prima di sparire nel nulla. Aveva chiesto una torta al cioccolato.
Albanascente insieme al papà continuano a cercare Rina Pennetti , mamma di due bambine, svanita nel 2009 a Cosenza. La sua ultima traccia è una borsa strappata ritrovata a Rende. Ma di Rina nessuno dice e nessuno sa nulla.
Mario Pignalosa. scomparso 2/1/2013 da Portici (NA): Pensionato di 73 anni. I familiari lo cercano disperatamente Contatti: figlia Sabrina Pignalosa
Giuseppe, Daniela e Carmelo, la famiglia di Luca Spoto, scomparso da Roma l’1/04/2004. Mamma Daniela non ha mai smesso di pregare e si conforta dicendo che prima o poi riabbraccerà Luca.
Antonio e Stefano Maiorana scomparsi :03/08/2007 Isola delle Femmine presso un cantiere edile(PA). Si parlò di LUPARA BIANCA. Il 6 gennaio2009 Marco Maiorana ci lasciava rotto dal dolore per la perdita del fratello e del padre. Oggi è sepolto nel cimitero di Monreale.
Ivano Ricci Torricelli, rimasto solo, è scomparso il 13 agosto 2009 dalla casa di riabilitazione l’Airone nei pressi di Orvieto Scalo. Per quattro anni non si hanno più segnalazioni che possano ricondurre a lui . Dopo un appello fatto su RAI3 sono pervenute numerose segnalazioni che collocano una persona fortemente somigliante a Ivano in numerosi quartieri di Perugia . Nonostante tutto non e stato ancora rintracciato .
Contatti : cugini, parenti più stretti,: Michele – Emanuela
Emanuele Arcamone, scomparso da Ischia(NA) il 09/05/13
GabrieleDe Tursi, scomparso da Strogoli (KR) il 5/6/13
Imane Laluoa, scomparsa da Montecatini Terme (Pistoia) il 27 giugno 2003
Daniela Sanjuan, scomparsa dalla comunità “Il piccolo carro” di Bettona (Perugia)
Francesca sorella di Mirko Margiotti: scomparso e ritrovato dopo un anno chiuso dentro il suo fiorino parcheggiato davanti una scuola ed un parco giochi x bambini, dove l’indifferenza della gente e delle Autorità ( ritrovato x scadenza assicurazione, mandando a casa una multa non vedendo che il fiorino era segnalato da un anno x la sua scomparsa insieme a Mirko ) ha fatto si che lo abbiano ritrovato in condizioni di avanzato stato di composizione negandoci l’ultimo abbraccio. Questo non deve più accadere a nessuno.
Pina, mamma di Massimo Boncore, che con le sue preghiere dopo due anni ha ritrovato Massimo: ora sa dove portare un fiore e continuerà a pregare affinché il suo angelo indichi agli scomparsi, attesi dalle loro famiglie. la strada di casa.
Da aggiungere
Davide, amore mio, voglio farti sapere che …. mentre cammino, mentre, durante lo scorrere delle ore nelle notti (quasi tutte) in cui i miei occhi non si chiudono, la mia mente non riposa, il mio cuore non trova pace, mentre ascolto, osservo … mentre …. penso a quante cose importanti avremmo potuto fare e non abbiamo fatto, a quante cose importanti avremmo potuto dirci e non ci siamo detti, ogni volta che lo penso, puntualmente, sento una stretta a morso, allo stomaco. Ed allora, Davide, tu capisci bene, che la commedia delle nostre vite che, Qualcuno ha deciso di mettere in scena per “tramarla” insieme, non può interrompersi al primo atto, ogni commedia che si rispetti ha tre o addirittura 4 atti.
… Ma ci sono anche tante altre riflessioni, come ad esempio che è solo un mio privatissimo pensiero, non condiviso da te o non condivisibile, che si tratta solo di un inguaribile egoismo, parte integrante dell’essere umano, il mio pensare che gli altri atti delle commedia tu li debba mettere in scena con me.
Ed allora, mi devi almeno concedere di rivolgerti una accorata preghiera; se non vuoi venire tu da me, inviami un messaggero, che scegli tu come lo vuoi, se con le ali, se a cavallo con la pergamena in mano, se piccione con il foglietto nel becco, purché conduca con sé il tuo comunicarmi che hai semplicemente scelto di essere felice, perché per te l’unica via era la libertà di pensiero e di azione, ma che porti con sé anche la notizia che, in questa tua scelta tu ti sei portato via con te i miei poveri insegnamenti: l’umiltà, la comprensione dei tuoi perché e di quelli degli altri, mai il giudizio a priori, e/o il pregiudizio, mai l’aggressività, mai la volgarità, mai l’essere come gli altri ti vorrebbero, ma come tu vuoi essere, in ogni vicenda umana cerca di essere mediatore e non aizzatore, l’amare per primi, dare, prima di chiedere, chiedere senza vergogna, quando c’è una ragione per farlo, il coraggio della verità, la responsabilità delle proprie azioni, mai nascondersi dietro agli altri: quanto è liberatorio poter dire: “si, sono stato io”, “si, è vero, scusa, ho sbagliato”, “si, è vero, hai ragione”, mai lamentarsi del nulla, amare sempre ciò che si ha, perché quello è tuo, il resto è degli altri, rispettare i confini, non essere mai invadenti, maleducati. Testimoniare con l’essere, prima che con il dire, Piangere in silenzio, avere il pudore dei propri sentimenti, non esporre ai quattro venti il tuo dolore, le tue amarezze, le tue delusioni, ovvero avere il rispetto per ciò che provi, invece sorridi in maniera palese: fa bene a te e a chi ti vede, sii fantasioso, lasciati andare, non essere rigido ed inflessibile mai, ovvero non essere leggero, ma sii leggiadro, ed ancora …. ancora, ricordi? Ti piaceva tanto quando ti dicevo, per riassumere: Davide, ovunque tu vai o vada non lasciare mai dietro di te cattivo odore, ma gradevole profumo, mai penetrante od eccessivo, ma delicato profumo, affinché gli altri ti ricordino per quella impercettibile, dolce scia.
Ecco! Che il “tuo” messaggero porti con se il dispaccio che tu vivi essendo così, ed aggiungendo a tutto a tutto ciò il tuo essere fragile e trasgressivo, il tuo essere affascinante e carismatico. Ma soprattutto, che mi porti la notizia che questa tua scelta ti ha guarito dal male all’anima (non della mente, come era più facile diagnosticare) che ti ha tormentato per decenni ….. Attendo Davide! Attendo! Se non te, il tuo messaggero, lo attendo non domani, ma oggi che è il giorno che segna il 7° anno senza te e tu sai quanta simbologia ha il numero 7. E’ biblico: 7 i giorni della creazione, 7 i giorni della settimana, 7 i peccati capitali, 7 gli Angeli dell’Apocalisse, 7 le costellazioni. 7 le Pleiadi. Per i Pitagorici era il numero della perfezione ciclica, associato geometricamente al cerchio.
Quante volte dobbiamo perdonare Signore? Chiedevano gli Apostoli a Gesù: “77 volte 7”, rispondeva. E’ il numero della spiritualità, dell‘intuizione, della capacità di fondere magia e realtà, la capacità di “realizzare” il magico nel quotidiano, proprio come volevi tu fosse la vita.
OGGI, voglio ricevere la visita del tuo messaggero, OGGI, perché, perdonami, Davide, ma come diceva un poeta “maledetto”, tra i tuoi amati, morto a 27 anni: età in cui a me è arrivato il fermo immagine della tua esistenza: “Se dovessi scegliere tra il tuo amore e la mia vita, sceglierei il tuo amore, perché è la mia vita.”(Jim Morrison).
Voglio che venga a dirmi che tu hai scelto, la strada così come affermava un altro uomo particolare, come quelli che piacciono a te:
“Quando sono andato a scuola, mi hanno chiesto cosa volessi diventare da grande. Ho risposto “felice”. Mi dissero che non avevo capito l’esercizio ed io risposi che loro non avevano capito la vita. “(John Lennon)
ATTENDO, OGGI ! AMORE MIO! …
5 per mille 95623250016 Ass. Cercando Fabrizio e… Onlus
15 aprile 2015 eventi, eventi associazione, Eventi Ricorrenti, news No comments
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C’è un fermo immagine nella mia mente.
Ero in una cameretta di ospedale, il “Vittore Buzzi” di Milano (l’Ospedale dei bambini).
Ero l’unica degente, insieme a me un giovane dottore, biondino, dallo sguardo dolce, “attendavamo”! L’attesa durava ormai da 36 ore (dall’inizio del travaglio). Il “dottorino”, si scostò un po’ dal lettino dove ero distesa, volse gli occhi verso il balcone della stanza, e con uno sguardo perso lontano, come volesse oltrepassare l’orizzonte, l’infinito, mi disse: “Signora, questo bambino nasce in un bellissimo giorno, il più bello: è il giorno della rondine di San Benedetto.”
…. Era il 21 marzo (l’equinozio di primavera) , quindi il giorno del risveglio, della speranza, del rinnovamento. Il più bello, il più atteso.
Era il giorno più bello della settimana: sabato.
“ il sabato del villaggio” …… Sabato è il più gradito giorno della settimana, pieno di speranza e di gioia. Giovinetto allegro, questa età fiorita è come un giorno pieno di allegria, che precede la festa della tua vita. Fanciullo, goditi questo stato soave, questa stagione lieta. ……
Erano le 16,20: c’era la tranquillità di un pranzo assolto, di un riposo fatto, dell’attesa di una serata speciale.
Ecco DAVIDE!
E’ arrivato in questo splendente momento di gioia collettiva.
L’attimo, in assoluto, più struggente di tutta la mia vita.
Ricordo che il padre di Davide era rimasto colpito da una mia frase: “lo voglio perché potrò dire di aver fatto qualcosa nella mia vita”. E’ vero! Per me Davide è stato ed è il mio “biglietto da visita”, il mio “lasciapassare”. Una vita, la mia, certamente zeppa di errori, pasticci, occasioni mancate, sentimenti sprecati, milioni di attimi non raccolti, ma, …. ma, Davide mi ha dato il nulla osta per dire: “non sono passata invano sulla terra, ho lasciato il mondo un po’ migliore di come l’ho trovato, grazie a lui che mi ha donato la stupefacente meraviglia di essere madre.”
Sappi amore mio che in qualsiasi momento tu lo vorrai, il mio ventre è sempre pronto a riaccoglierti, per me, oggi, è ancora il 21 marzo 1981, non è successo nulla, perché il mio struggimento nel guardarti, nel pensare e dire “ecco mio figlio!” è rimasto identico. Non è successo nulla, perché inalterato è rimasto Il mio amore indissolubile, inestinguibile per te: nel mio cuore che trabocca per la creatura più irripetibile che il Signore ha scelto di rendere mio figlio. E’ vero, ognuno di noi è una “parola” irripetibile di Dio, ma su Davide, Dio, ha voluto aggiungerci anche un accento.
Amore mio, quanto mi manca la tua voce, quanto mi mancano i tuoi occhi, i tuoi sorrisi, le tue lacrime, la tua inarrestabile voglia di vivere.
Sai, noi Cristiani usiamo dire che non c’è Pasqua senza Venerdì Santo, ma quanto farai durare ancora il “mio” Venerdì Santo?
Inutile dirti che oggi sarà per me un giorno zeppo di mille sensazioni, ma per te, non voglio essere triste. Perché è un giorno di festa: il più bello: la festa della tua vita.
Ti immaginerò davanti ad un’immensa torta di panna e cioccolato con 34 candeline azzurre, su cui tu soffierai, circondato da chi, in questo tempo, non ha reso mai pericoloso il tuo volo, ma piuttosto forte e libero nei grandi cieli della vita. Ti voglio pensare insieme a qualcuno che ti ha permesso di planare in un mondo fatto a tua misura, dipinto con i tuoi colori. Ti voglio pensare accompagnato da chi ha saputo odorare il profumo del tuo essere speciale ed inebriarsene insieme a te.
Io ti prometto di volere non rendermi mai prigioniera della paura, ma di sentirmi libera nella speranza.
Ti prometto di fare mie le parole della volpe al piccolo principe che disse. “Addio – ecco il mio segreto -, è molto semplice, non si vede bene che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi.”
Buon Compleanno, mio piccolo grande uomo. Con l’amore di sempre, mamma.
Amore mio, quanto mi manca la tua voce, quanto mi mancano i tuoi occhi, i tuoi sorrisi, le tue lacrime, la tua inarrestabile voglia di vivere.
Sai, noi Cristiani usiamo dire che non c’è Pasqua senza Venerdì Santo, ma quanto farai durare ancora il “mio” Venerdì Santo?
Inutile dirti che oggi sarà per me un giorno zeppo di mille sensazioni, ma per te, non voglio essere triste. Perché è un giorno di festa: il più bello: la festa della tua vita.
Ti immaginerò davanti ad un’immensa torta di panna e cioccolato con 34 candeline azzurre, su cui tu soffierai, circondato da chi, in questo tempo, non ha reso mai pericoloso il tuo volo, ma piuttosto forte e libero nei grandi cieli della vita. Ti voglio pensare insieme a qualcuno che ti ha permesso di planare in un mondo fatto a tua misura, dipinto con i tuoi colori. Ti voglio pensare accompagnato da chi ha saputo odorare il profumo del tuo essere speciale ed inebriarsene insieme a te.
Io ti prometto di volere non rendermi mai prigioniera della paura, ma di sentirmi libera nella speranza.
Ti prometto di fare mie le parole della volpe al piccolo principe che disse. “Addio – ecco il mio segreto -, è molto semplice, non si vede bene che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi.”
Buon Compleanno, mio piccolo grande uomo. Con l’amore di sempre, mamma.
E prego tutti voi, uno ad uno, se lo incontrate oggi, non dimenticate di dirgli:
BUON COMPLEANNO, DAVIDE!
Frasi di Jim Morrison, lo so che è stato “la trasgressione”, ma in essa ci può essere una sensibilità che va oltre
Sogna perchè nel sonno puoi trovare quello che il giorno non ti può dare
Non arrenderti mai, perché quando pensi che sia tutto finito,
è il momento in cui tutto ha inizio
RISPOSTE D’AUGURI A DAVIDE da Facebook
Piace a Carolina Grande, Gianfranco Licata, Emanuela Ricci Torricelli e altri 15.
Cinzia Rosati Buon compleanno Davide. Il tuo sorriso irripetibile e contagioso e i tuoi occhi cattigghiusi mi sono sempre davanti. Non dimenticare di tornare a trovarci. E dai un bacio alla tua piccola grande mamma da parte mia. Lei è sempre nel mio cuore.
Beatrice Betty Boopy Bellissima mamma, sei grande! Più siamo e più Davide ha la possibilità di sentirsi chiamare. Grazie!!! Un fortissimo abbraccio.
Cerchiamo Michele Buon compleanno Davide! Un forte abbraccio alla tua dolce mamma
Patrizia Barbieri Buon compleanno, cugino. Ovunque tu sia. E un abbraccio alla tua mamma
Beatrice Betty Boopy Alla mia bellissima nipote, ricambio forte l”abbraccio, sperando di poterglielo dare prestissimo fisicamente.
Fabrizio Napoli Auguri Davide !
Beatrice Betty Boopy Dottore Napoli, è un vero onore per me! Grazie di cuore, Fabry!
Giancarla Fodale Auguri prorompente e sensibile Davide e auguri alla tua grande e coraggiosa mamma, con tanto tanto tanto affetto
Beatrice Betty Boopy Dolcissima Giancarla, è bellissimo il tuo ricordo, ricambio in un forte abbraccio lo stesso affetto e .. so che in mezzo a noi c’è anche Davide che ti considerava “specialissima” … aveva ragione.
Simona Brunazzi Buon compleanno Davide, ogni volta che guardo e condivido la tua foto penso che sei diventato un amico come se ti avessi conosciuto personalmente e non perdo la speranza di poterlo fare un giorno!
Rosita Giagulli Auguri a Davide e alla sua splendida mamma!… Sei bravissima a descrivere …mi emozioni sempre!…
Emanuela Manu Bottanelli Quali emozioni. ..grazie. E auguri a Davide.
Annarita Pani Auguri DAVIDE!!!! E te Laura sei unica
Isabella Gizzi Torriglia Un forte abbraccio Laura, ho pensato tanto a Davide oggi…
Sophosfera Bracciano Auguri, Davide!
Beatrice Betty Boopy Splendide donne tutte: Simona, Rosita, Manuela, Annarita, Isabella, Valeria, per me è una felicità pensarvi amiche e sapere di esserlo per voi. Conservo e conserverò gelosamente le vostre preziose parole, non vedo l’ora di farle leggere a Davide che, sono certa ne resterà lusingato e verrà a trovarvi una ad una per farvi il baciamano, com’era sua consuetudine. Un fortissimo abbraccio.
Margherita Asta Un grosso bacio a te e a Davide ovunque lui abbia scelto di stare un augurio di buon compleanno
Beatrice Betty Boopy Grazie mitica Hati. Pensa se Davide ritornasse il nostro “lupetto”! Potremmo ancora stupirci della sua incredibile vivacità .. anche troppa.. ma quanto la rimpiango! Penso sempre comunque che è troppo “forte” per poter non esserci più. Sappiamo che c’è e prima o poi sentirà il richiamo della Giungla. Un abbraccio.
MissingpeopleItaly Amministratori Auguri Davide! Un abbraccio signora Laura! Ovunque sia Davide sente il suo affetto e questo lo guiderà verso casa!
Beatrice Betty Boopy Grazie mille al gruppo di Missing per la loro vicinanza.
Silvia Zappitello Auguri Davide in ritardo . Un abbraccio alla tua grande mamma . Ti aspettiamo
Beatrice Betty Boopy Silvia cara, ricambio con grande affetto. Spero di rivederti in qualche occasione.
Vita Spanò Auguri Davide….. e a te Laura, non mollare ,tu che hai ancora la speranza di rivederlo !.Un abbraccio
o Beatrice Betty Boopy Vita cara, è’ proprio vero, ciò che dici. Tu, per continuare a vivere puoi trarre la forza solo dai ricordi e non occorrono parole per comprendere il tuo “abisso” interiore. La tua consolazione è che il passaggio di Silvia su questa nostra terra non poteva essere più speciale e splendido di come è stato. Ahimè, gli Angeli un po’ gelosetti l’hanno voluta solo e tutta per loro. Ti sono vicina. E grazie delle tue parole di speranza, mi fanno bene. Un abbraccio infinito.
Gianfranco Licata un abbraccio, un pensiero, un augurio
Beatrice Betty Boopy Gianfri, grazie, avevo bisogno che ci fossi anche tu. Con affetto, Laura.
Un grazie dal profondo del cuore a Daniela Bellu, giornalista x
http://www.crimeblog.it/categoria/storie-di-scomparse
Grazie per aver scritto sulle scomparse di Davide e Fabrizio, con la finalità di riaccendere i “riflettori” su di loro, considerando che in tutti questi anni troppe poche luci si sono accesse ad illumunare quei terribili sentieri umbri che, misteriosamente, tragicamente li hanno inghiottiti, per, sino ad oggi, mai restituirli alle loro mamme e a tutti coloro che da allora non smettono di aspettarli.
Sicuramente, Daniela, per la sua professione, rende, parlando di lororo, anche un servizio sociale alle decine di migliaia di famiglie che vivono tra color che son sospesi, nel buio e nell’impotenza dell’incognito, ma Grazie, in particolar modo alla sua deliziosa e delicata umanità.
Qusti gli articoli scritti da Daniela.
Scomparse: Davide Barbieri. La storia che raccontiamo nella nostra rubrica Storie di scomparse è quella di Davide Barbieri, scomparso da Orvieto il 27 luglio 2008.
È il 27 luglio 2008 quando Davide Barbieri, 27 anni, intorno alle 11.30 abbandona la Comunità Lahuèn di Orvieto e non lascia dietro di sé alcuna traccia. Da allora sono trascorsi più di sei anni e sua madre, Laura, non ha mai smesso di cercarlo e di aspettarlo.
La storia di Davide è una storia di grande dolore, ma anche di grande amore, quello che lega il giovane a sua madre, l’unico genitore che ha conosciuto e che lo ha cresciuto con dedizione e affetto. Ma è anche una storia di drammi che si abbattono su Davide: abbandonato dal padre ancora prima della sua nascita, poi vittima di un grave incidente a soli otto anni con conseguente coma di 15 giorni, e ancora problemi psicologici tali da renderlo sempre più fragile ed esposto ai pericoli della vita.
La personalità borderline di Davide, acuita dall’utilizzo di spinelli che in una psicologia come la sua non fanno che peggiorare la situazione, lo costringe a dieci anni di via crucis tra ospedali, cliniche e comunità di vario genere, con trasferimenti in varie città e regioni d’Italia.
Fino a quando, a luglio del 2008, Davide decide in accordo con sua madre e con i medici che lo avevano seguito fino a quel momento di entrare nella Comunità Lahuèn di Orvieto, un centro a doppia diagnosi, ovvero specializzato nella cura e riabilitazione dei disturbi di personalità accompagnati da dipendenze di qualsiasi genere e grado di sostanze.
Il progetto prevede che in un primo momento vengano vietati tutti i contatti con l’esterno, per favorire l’inserimento del paziente nella comunità: niente visite dei familiari, niente telefonate, niente cellulare, niente soldi. Davide è isolato dal mondo esterno e forse sente il peso di questo distacco. Ma sono solo ipotesi, perché mamma Laura non ha idea di cosa sia accaduto dopo aver lasciato il figlio in comunità, e anche le poche risposte avute alle sue insistenti domande sono sempre state vaghe e non esaustive
Davide esce da quella comunità, in cui era entrato solo 12 giorni prima, intorno alle 11.30 indossando solo un paio di calzoncini, una maglietta e degli infradito. Non ha denaro, non ha un cellulare, non ha documenti. Il cancello è aperto e nessuno lo ferma sul momento. Poi qualcuno della comunità, accortosi del suo allontanamento, lo segue con un’auto e gli chiede di tornare indietro. Il giovane oppone il suo rifiuto e loro lo lasciano andare. Davide continua a camminare, inoltrandosi nella campagna circostanze e facendo perdere le sue tracce.
Questo, almeno, è quello che viene raccontato a sua madre, con una telefonata, due ore dopo l’allontanamento di suo figlio.
A inizio settembre ricomincia Chi l’ha visto e in più puntate viene trattata la storia di Davide Barbieri. Le battute di ricerca nella zona della scomparsa, portate avanti da forze dell’ordine e volontari, non danno alcun risultato. Per la madre, in un certo senso, è un sollievo: nessun corpo viene rinvenuto nei luoghi della scomparsa. Ma allora dov’è Davide?
Nel corso di questi sei anni ci sono state numerose segnalazioni, che mamma Laura ha cercato di verificare tutte, come lei stessa ci ha raccontato, in alcuni casi escludendo che si trattasse di suo figlio, in altri restando con il dubbio. Ma anche il sospetto che in realtà Davide non sia mai uscito da quella comunità non la abbandona, un dubbio che però non ha delle prove concrete a fondamento che possano far riaprire il suo caso.
Davide Barbieri scomparso – l’intervista a mamma Laura
Permettimi di sottolineare, per iniziare, la prima assurdità di questo caso che salta agli occhi: Davide viene visto andare via, nelle sue condizioni, e non viene fermato…
Credo che in questa storia di mio figlio ci sia stata molta negligenza e superficialità da parte di chi si sarebbe dovuto occupare di lui in quel periodo. Io so solo quello che mi hanno riferito i responsabili della comunità, quando mi hanno chiamato due ore dopo il suo allontanamento, perché altri testimoni non ce ne sono: mi hanno detto che, quando si sono resi conto che era uscito, lo hanno seguito con la macchina e raggiunto, invitandolo a tornare indietro. Dopo un chilometro circa, in cui cercavano di convincerlo a seguirli, Davide sarebbe entrato in un allevamento di maiali che c’era nelle vicinanze, e loro non potendolo seguire a piedi avrebbero fatto marcia indietro. Mio figlio non li ha voluti seguire, dicendo che voleva tornare a Roma, a casa sua, e per loro andava bene così, erano certi che sarebbe tornato a casa. E questo anche se era senza soldi e senza documenti. Nei giorni seguenti, quando chiamavo in comunità per avere notizie, continuavano a ripetermi di non preoccuparmi, che prima o poi sarebbe tornato a casa. Quando ho chiesto spiegazioni su come era vestito, per la denuncia di scomparsa, mi sono sentita rispondere che non aveva importanza. Ho dovuto insistere anche per sapere come aveva fatto a uscire dalla comunità, e solo dopo le mie insistenze hanno ammesso che il cancello di ingresso quel giorno era rimasto aperto. Quando ho sottolineato il fatto che non dovevano lasciarlo andar via, mi è stato risposto che loro non possono usare misure coercitive per trattenere i pazienti, visto che il ricovero è su base volontaria. Ma Davide non stava bene. Non occorreva certo legarlo o dargli una mazzata in testa, bastava seguirlo, parlargli, convincerlo almeno ad aspettare il mio arrivo per riportarlo a casa. Oppure chiamare una pattuglia dei carabinieri o della polizia, spiegando l’accaduto, in modo che lo riportassero indietro loro. Tutto questo non è stato fatto. E la conseguenza è che dopo sei anni io non so dove è mio figlio.
Tu tra l’altro sei sempre tornata alla comunità, per gli anniversari della scomparsa di Davide. Ci sei tornata anche quest’anno…
Sì, e mi hanno lasciato dietro un cancello chiuso. La loro unica preoccupazione è di non rovinare la loro immagine, di non avere una cattiva pubblicità e quindi cercano sempre di tenermi alla larga. Alla negligenza e alla superficialità, quindi, aggiungiamo un’assoluta mancanza di umanità, se pensi che in sei anni non ho mai ricevuto una telefonata, nemmeno per chiedermi se stavo bene, se potevano fare qualcosa, se c’erano novità. Qualcuno ha anche sollevato il dubbio che Davide da quella comunità non sia in realtà mai uscito e io ho esposto le mie preoccupazioni al magistrato che seguiva il caso. Lui ha fatto tutto quello che poteva fare e purtroppo non aveva elementi sufficienti per mandare là dentro le ruspe. E io ovviamente non so davvero che fare, e mi devo tenere questo sospetto.
Credi che i problemi di Davide, anziché essere un motivo in più per doverlo cercare subito, siano in realtà stati una scusa per non cercarlo abbastanza?
Sì, in qualche modo sembra davvero così. È come se avessero pensato: tanto è un ragazzo problematico, lasciamolo andare. Non so se avrebbero agito allo stesso modo se fosse stato un loro figlio. Tra l’altro stiamo parlando di una struttura costosa, dove si pagavano allora 130 euro al giorno a paziente, e come minimo ti aspetti attenzione e interesse, cose che non ci sono state.
Quando vengono ritrovati dei corpi di scomparsi, come accaduto ora per Elena Ceste, quali sono i pensieri che assalgono una mamma in attesa di un figlio?
Sono tanti. Per quanto mi riguarda, ti posso dire che, forse anche per un meccanismo di autodifesa, io Davide lo sento vivo. Penso sempre che quando succede una disgrazia, quando c’è una morte, prima o poi il corpo si trova, come avvenuto ora con la Ceste. Il fatto di non averlo mai ritrovato, mi mantiene quindi il cuore forte nel dire c’è ancora, è da qualche parte, è spaesato. Forse ha perso la memoria, anche perché io per lui ero il suo universo e lui il mio, quindi sicuramente avrebbe chiesto a qualcuno di chiamarmi, e se non lo ha fatto penso che non lo può fare.
Dopo la scomparsa ci sono stati degli avvistamenti attendibili?
Ce ne sono state tante segnalazioni, non so quanto attendibili. Tante segnalazioni sono arrivate dalla zona di Bolzano e poi da Napoli, dove io sono stata per tre giorni con la troupe di Chi l’ha visto e dove
sono poi tornata più volte. Quelle segnalazioni alla fine riguardavano “tre Davide”: due li abbiamo individuati e quindi esclusi, uno è invece rimasto nel mistero e non siamo mai riusciti a trovarlo.
Quanto sarebbe importante avere un sostegno psicologico ma anche legale gratuito per le famiglie degli scomparsi?
Sarebbe importantissimo. Pensa che quando Davide è scomparso in tanti mi hanno detto che avrei dovuto denunciare penalmente la comunità però purtroppo in quel momento io da una parte ero sconvolta, dall’altra piena di speranza che mio figlio tornasse, e non l’ho fatto. Ora ci sono dieci anni di tempo per intentare una casa civile, ma anche se trovassi un avvocato di cuore che volesse seguirmi gratuitamente, ci sarebbero da pagare contributi unificati, spese, tasse che ammontano a migliaia di euro, spese che comunque non posso affrontare.
Cosa ti hanno lasciato questi sei anni di attesa?
Per carattere cerco sempre di far emergere il positivo che ho incontrato sulla mia strada, in un caso come il mio: dal magistrato che si è fatto in quattro, molto sensibile, che si è detto sempre disponibile a riaprire il fascicolo nel caso di anche piccole novità alle tante persone che mi hanno offerto il loro sostegno. Il lato negativo, che purtroppo vivono anche molte altre famiglie, è quello di essere trattati come casi di serie B, perché non abbastanza ‘caso mediatico’. Ce ne sono alcuni che vengono sviscerati in televisione sino allo sfinimento e altri assolutamente ignorati, sconosciuti, dimenticati. Tutti dovrebbero avere il loro spazio, la loro visibilità. In sei anni comunque sono stati fatti molti passi avanti: penso ai piani provinciali con le prefetture, ai protocolli di intesa, al commissario straordinario per le persone scomparse. Noi nel nostro piccolo, con l’Associazione Cercando Fabrizio e… cerchiamo di aiutare le persone che si trovano a vivere la tragedia di una scomparsa. E già questo ci fa sentire meno soli.
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Storie di scomparse, Fabrizio Catalano: i genitori alla Marcia Per la Pace Perugia Assisi 2014
Raccontiamo nella nostra nuova rubrica, Storie di scomparse, è quella di Fabrizio Catalano, scomparso da Assisi il 21 luglio 2005.
Si è svolta oggi, domenica 19 ottobre, la 51esima edizione della Marcia Per la Pace Perugia – Assisi. Come accade ormai dal 2005, i genitori di Fabrizio Catalano, il giovane di Collegno scomparso ad Assisi nel luglio dello stesso anno, hanno preso parte alla Marcia insieme a un gruppo di amici e sostenitori dell’Associazione Cercando Fabrizio e… con una duplice finalità: ricordare Fabrizio e gli oltre 29 mila scomparsi italiani e condividere i valori pacifisti che animano la manifestazione.
Caterina ed Ezio Catalano hanno marciato con le tantissime persone provenienti da tutta Italia già nel 2005, nel 2007, nel 2010 e nel 2011. La speranza è che la loro lotta contro l’indifferenza e l’oblio che vivono le famiglie vittime di una scomparsa possa trovare nuova spinta e nuove ragioni grazie alla Marcia.
Come ogni anno, i familiari e gli amici di Fabrizio hanno allestito un gazebo nei pressi della Basilica di Santa Maria degli Angeli, per dare voce a tutti i familiari delle persone scomparse, mostrando i cartelloni coi volti di figli, madri, padri, fratelli che non hanno ancora fatto ritorno a casa, distribuendo volantini e rispondendo alle domande delle tante persone che si sono fermate con loro.
La speranza, ovviamente, è anche che qualcuno, vedendo i volti di queste persone, possa dare un contributo alle ricerche, con segnalazioni e suggerimenti, cosa che è avvenuta anche oggi. E ogni volta mamma Caterina e papà Ezio si sentono rigenerati dall’affetto e dalla partecipazione di tante persone che marciando condividono con loro speranze e sogni.
Ricordiamo, infine, che l’ultima segnalazione attendibile arrivata ai genitori di Fabrizio è quella dello scorso 25 settembre, quando un autista di bus turistici è certo di aver incontrato un ragazzo a lui molto somigliante nei pressi della stazione Termini di Roma. Segnalazione, quest’ultima, che è nata dopo un passaggio televisivo della storia di Fabrizio a Storie Vere di Raiuno, a riprova del fatto che solo continuando a parlare degli scomparsi si possono aiutare le famiglie ad uscire dal buio e dall’oblio.
26 settembre 2014 Rai 1 STORIE VERE Cercando Fabrizio e…Davide
24 settembre 2014 eventi, eventi associazione, eventi futuri, Rassegna Stampa, Stampa No comments
Alle ore 10, dopo “Unomattina” ‘Storie Vere’, condotta da Eleonora
Daniele, ospiterà mamma Caterina e mamma Laura, che ripercorreranno abbracciate la scomparsa dei loro figli: Fabrizio Catalano e Davide Barbieri.
Inghiottiti dal sentiero umbro nel mese di luglio del 2005 e del 2008. Rinnoveremo la forza di essere unite in un’unica battaglia.
Unite il 21 marzo 2013 abbiamo costituito il Comitato Cercando Fabrizio e… e il 16 agosto 2014 l’abbiamo convertito in Ass. Cercando Fabrizio E …
Davide ed altri, cento, mille, nomi, con un
viso, una storia e soprattutto una famiglia in perenne attesa.
Il 29 settembre 2012 Mamma Caterina, in veste da Sindaco, per celebrare il matrimonio di Laura e Gianni.
…Il mio sguardo e quello di Laura si sono incrociati durante il nostro viaggio, e si sono riconosciuti simili nel dolore e nella speranza. Tutte e due abbiamo un figlio lontano, perso verso orizzonti sconosciuti. Tutte e due sappiamo che i nostri figli, Davide e Fabrizio, seppure lontanti sono sempre con noi, e, in questa occasione, sono rappresentati da due palloncini… Un soffio di speranza x dire che l’esserci non sempre passa attraverso il toccarsi e il vedersi! Federica ha dato voce, occhi e mani ai nostri figli leggendo due poesie… Una giornata di gioia unica e indimenticabile…
http://www.fabriziocatalano.it/tag/associazione-cercando-fabrizio-e/